NBA Draft Preview, 6° posto: Keegan Murray
I tifosi degli Iowa Hawkeyes si sono divertiti come matti a vederlo volare, ora proverà a farlo anche nella NBA
La partenza di Luka Garza da Iowa ha spianato la strada al nativo di Cedar Rapids, il cui anno da sophomore è andato oltre ogni aspettativa consentendogli di ottenere il premio di miglior ala grande della NCAA e l’MVP della sua Conference. Tante responsabilità e un impatto significativo sin dal principio una volta entrato nel mondo dei grandi.
Destinazione: Indiana Pacers
La partenza di Sabonis nell’ultima finestra di scambi ha aperto il casting per un sostituto proveniente dal Draft, le cui caratteristiche però saranno ben diverse da quelle del lituano. Con l’estro di Haliburton e gli attacchi in transizione di Murray, il pubblico di Indianapolis potrebbe risvegliarsi dopo i tormenti legati agli infortuni dei loro migliori giocatori.
I Pacers sono destinati con ogni probabilità a vivere un altro anno nel limbo, salvo trovare Turner e Brogdon nel pieno delle loro forze e puntare con decisione ad un posto almeno nel play-in. Il prodotto degli Hawkeyes è cresciuto come uomo e come giocatore, il contesto farà la differenza sul suo impatto nella Lega.
Punti forti
L’evoluzione da freshman a sophomore è stata impressionante in termini di prolificità offensiva e leadership. A quasi 22 anni è costretto fin da subito ad alzare l’asticella del suo gioco, nel frattempo ha dato prova di essere un giocatore completo su entrambi i lati del campo tirando con ottime percentuali, oltre ad avere completa padronanza del suo telaio (203cm x 102kg).
Tira con entrambe le mani e questo non dà modo al suo marcatore di poter leggere con anticipo le sue intenzioni. Conclude su tre livelli con estrema semplicità (da 3 punti, dalla media distanza e in penetrazione al ferro); può giocare il pick and roll da bloccante, da rollante e da portatore; infine è un grande agonista nella lotta a rimbalzo offensivo.
Mentalmente è già impostato verso palcoscenici più importanti: non ha paura ad affrontare situazioni di difficoltà o ad elevare il livello del suo gioco quando la posta in palio cresce. Non deve per forza avere la palla in mano per essere efficace nel contesto, poiché ha buona conoscenza del gioco e sa come muoversi anche off the ball.
Punti deboli
Il playmaking di Murray deve migliorare sebbene non sia il suo più grande difetto. Quando non trova una soluzione semplice immediata, attrae a sé il raddoppio degli avversari o immagina linee di passaggio che non ci sono finendo per perdere il pallone. Anche il suo ball-handling in transizione lo mette in difficoltà e a rischio turnover.
Un difensore con ottime medie nelle statistiche di stoppate e palle rubate al college, ma che si affida troppo al suo istinto invece di un vero e proprio studio dell’avversario. Quando è costretto ad affrontare un giocatore più rapido nell’uno contro uno, non sempre riesce a leggerne le intenzioni regalando una conclusione facile o lasciandolo penetrare in area.
A 22 anni è uno dei prospetti più “anziani” di questa classe e la sua indecisione nel trovare la miglior soluzione di tiro può costargli qualche posizione in sede di Draft. Si sente più sicuro in penetrazione, ma quando la difesa collassa e si trova senza spazio prende qualche tiro forzato di troppo dalla lunga distanza. Un rischio non da poco contro difensori ostici come quelli presenti in NBA.
Conclusione
Il frontcourt con Turner unito ad un backcourt con Hield, Brogdon e Haliburton tutti pienamente in salute, potrebbe restituire un po’ di ossigeno ad una franchigia abituata a proporre una pallacanestro divertente. Dal canto suo, Murray non avrà molto tempo per crescere e dovrà essere d’impatto fin da subito limando i suoi difetti solo facendo esperienza sul campo.
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