Gregg Popovich, 5 curiosità su di lui

Chi non conosce Popp probabilmente non segue nemmeno il basket ma, in qualsiasi caso noi abbiamo pronte per voi cinque curiosità

Greg Popovich

Gregg Popovich è il classico signore all’antica, che disprezza il gioco improntato sul tiro da 3 punti, preferendo quello a stampo europeo con linee di passaggio continuo e tiri presi solo in sicurezza. Il promotore del “less is more” ha scritto pagine di storia della NBA: dal record di vittorie e presenze ottenute sulla panchina della stessa squadra a quello di partecipazione consecutive ai play-off; tre titoli di coach dell’anno (record a pari merito con Don Nelson e Pat Riley), cinque anelli, si è autoproclamato allenatore mentre dirigeva San Antonio da dietro la scrivania in qualità di GM e poi un’altra infinita serie di chicche e fatti su un uomo e un personaggio destinato per sempre a rimanere un emblema negli sport americani e nel basket mondiale.

Se però avete bisogno di andare oltre all’allenatore, noi abbiamo pronte per voi cinque curiosità che sapranno farvi apprezzare ancor di più il nativo di East Chicago, e vi renderete conto che nella vita potrai raggiungere tutti gli obiettivi che ti poni, ma non sarai mai all’altezza di chi nella vita è passato da soldato a spia e da spia ad allenatore della NBA.

#1. Sfortuna a stelle e strisce

É risaputo quanta cultura vincente abbia portato Gregg Popovich nel Texas, ma aldilà dei tifosi Spurs, la figura del “vate” non è così ben vista dal resto degli Stati Uniti. Escludendo le sue parole in conferenza stampa e le rivalità avute nel corso degli anni con le squadre della Western Conference, il Pop ha un vero e proprio malocchio che pende sulla testa quando si parla di nazionale americana. Da assistente allenatore nel periodo 2002-2004 ha ottenuto un sesto posto ai mondiali FIBA e una medaglia di bronzo alle olimpiadi di Atene; nel 2019 da head coach ha guidato gli USA al peggior risultato mai registrato dalla selezione, un settimo posto e una prestazione difficile da dimenticare.

#2. In prima linea per le minoranze

Un modello sportivo e non solo, poiché coach Pop si prodiga per le minoranze e per chi subisce discriminazioni di ogni genere. Ha mostrato tutto il suo supporto durante la “Women’s March” avvenuta nel Gennaio 2017, schierandosi a favore delle donne e boicottando qualsiasi iniziativa del Presidente Donald Trump, che in più di un’occasione ha rilasciato dichiarazioni poco lusinghiere nei confronti del gentil sesso. L’allenatore degli Spurs ha speso soldi e tempo anche in iniziative benefiche in favore dei meno fortunati come la San Antonio Food Bank e Innocence Project; non finisce qui, perché il nostro coach dal pelo bianco, ha aiutato nella distribuzione di scarpe per oltre 200 studenti sfollati a causa degli uragani Irma e Maria ed infine ha raccolto fondi per aiutare quelle persone che hanno perso ogni bene nei disastri di Haiti e delle isole limitrofe.

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#3. Studente e soldato modello

Un uomo da sposare già in età adolescenziale, maturo e serio, colto e pronto per arruolarsi. Diplomato alla scuola superiore e nel 1970 ha conseguito il diploma di laurea presso la Air Force Academy, negli anni al college si è specializzato in studi sovietici e si è addestrato per entrare a fare parte dell’intelligence militare. Come giocatore, durante il suo ultimo anno, è stato capitano e miglior marcatore della squadra, ottenendo così una selezione per la squadra delle Olimpiadi del 1972. Con l’avanzare del tempo, Gregg ha avuto anche modo di conseguire un Master in educazione fisica e scienze sportive e prima di scegliere definitivamente il basket, ha intrapreso la carriera di spia presso la CIA. Questo prima di diventare un adulto con moglie e figli, impressionante.

#4. Hank Egan

La storia tra Hank Egan e Gregg Popovich nasce nel 1973 quando quest’ultimo ancora era un neofita nel guidare una squadra di pallacanestro. I due si conobbero presso la Air Force Academy, dove Egan era sì un veterano, ma della palla a spicchi e a poco più di 35 anni guidava il team dei militari. Proprio durante quella esperienza che Hank chiama a sé il giovane Popovich, attribuendogli il ruolo di vice e facendolo sedere effettivamente per la prima volta su una panchina. I due si sono trovati a meraviglia, così Gregg, per ringraziarlo di avergli mostrato il mondo del coaching, lo chiama a sua volta come assistente allenatore non appena approdato agli Spurs ed insieme vincono nel 1999 il titolo NBA.

#5. The Pomona Miracle

Pop ha creato la dinastia Spurs, ha preso un giovane Duncan trasformandolo in uno dei lunghi più forti ogni epoca e gli ha messo ai lati due europei che hanno fatto incetta di trofei. Quest’anno Gregg punta a superare il record di apparizioni consecutive ai play-off, se ci riuscisse per il 23° anno consecutivo, nessuno avrebbe fatto meglio di lui nella storia. La leggenda di questo allenatore mitico nasce molto prima, ai tempi dei Pomona-Pitzer, squadra di NCAA Division III, praticamente i bassi fondi del college. L’attuale coach di San Antonio non partì subito col piede giusto, registrando addirittura un record di 2 vittorie e 22 sconfitte nelle stagioni in cui ha guidato i ragazzi, ma il vero miracolo avvenne nel 1986, quando all’ultimo anno si impose, facendo tornare i Pitzer sul tetto della South California dopo ben sessantotto anni dall’ultima volta. Ancora oggi Gregg Popovich tiene quel trofeo nella sua personale bacheca dello Spurs complex.

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