Le 10 Migliori Squadre NBA di sempre

Quali sono le migliori squadre NBA della storia? I team di successo sono stati tanti, ma ecco quali sono entrate nella leggenda

LeBron, Wade e Bosh festeggiano il titolo

Questa è la lista delle squadre leggendarie, quelle che non potranno mai e poi mai essere dimenticate o passare inosservate nel loro percorso in NBA: ecco le 10 migliori squadre NBA di sempre.

Non è stato facile selezionare chi includere e chi escludere, molti roster stellari sono rimasti inevitabilmente fuori. Una menzione d’onore comunque va ai Los Angeles Lakers di LBJ e Davis che, con la vittoria dell’ultimo campionato 2019/20, hanno ottenuto il titolo numero 17 diventando, a pari merito con i Boston Celtics, la squadra che ha vinto più titoli nella storia della NBA.

10. San Antonio Spurs 2014

Big 3 in fase calante? Mica tanto. E per di più viene aggiunto un pezzo da novanta come Kawhi Leonard, difensore dell’anno e due volte Finals MVP, una volta proprio in quel 2014 in cui gli Spurs mettono fine al sogno di Three-peat dei Miami Heat del Re.

La cosa divertente è che Kawhi, un sicuro Hall of Famer, non era neanche la star: oltre a coach Pop a dirigere dalla panchina si parla di un team che poteva contare sul tre volte MVP Tim Duncan, l’MVP delle Finals 2007 Tony Parker e il sesto uomo per eccellenza Manu Ginobili.

Cinque partite per sbarazzarsi di Miami, squadra costruita al solo scopo di portarsi a casa il Larry O’Brien Trophy, e un’impronta (quella della manona di Leonard) che li vede come uno dei team più tosti di sempre.

9. I Big Three di Miami

8 luglio 2010: Lebron James porta i suoi talenti a South Beach e si unisce ai Miami Heat. Dopo aver parlato a lungo con D-Wade, stella assoluta di casa e grande amico, e Chris Bosh, altra free agency illustre di quell’anno, il Prescelto regala nuova linfa alla franchigia della Florida.

Quattro anni di dominio in cui arrivano altrettante Finali da cui gli Heat tirano su due titoli consecutivi nel 2012 e nel 2013. Ne fanno le spese gli stessi Spurs raccontati nel paragrafo precedente e la migliore OKC del trio Durant, Westbrook e Harden.

Due titoli che però arrivano imponendo un’egemonia assoluta, con un LeBron all’apice della forma fisica e ai limiti dell’inarrestabilità, un Wade da secondo violino di lusso (si parla di una delle migliori guardie della storia) e un Bosh offensivamente e soprattutto difensivamente al top.

Ultimo ma non ultimo l’apporto di un veterano come Ray Allen, inutile ricordare la tripla nelle Finals 2013, quella che ha fatto saltare Mike Breen sulla sedia di commento. Per quanto la Dynasty sia di breve durata e abbia raccolto meno del previsto, rimane una delle più elettrizzanti della storia.

8. Golden State Warriors 2014-2016

Steve Kerr in panchina, esplodono Curry (primo e per ora unico MVP unanime della storia) e Klay Thompson, Draymond Green affina la tecnica prendendosi di diritto il ruolo di terzo moschettiere e Golden State diventa in un attimo la squadra da battere. Il titolo del 2015 è solo l’inizio della favola dei ragazzi della Baia, una squadra tanto forte quanto spettacolare da vedere.

Certo, quando hai Steph Curry in squadra puoi anche pensare di affidarti ai suoi exploit quando il gioco di gruppo non porta al risultato, ma raggiungere le 73 vittorie stagionali diventando la prima e unica squadra sotto le dieci sconfitte nella regular season non è certo frutto del lavoro di un singolo.

Guastafeste in questo anno da record è Lebron James, quanto mai in missione per portare un titolo a Cleveland ma, come detto prima, è solo il secondo capitolo di cinque finali in altrettanti anni.

7. I Big Three degli Spurs

Una costante dalla fine degli anni ’90 fino al 2014 sono i San Antonio Spurs i cui elementi chiave per quattro titoli sui cinque della squadra texana sono stati Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili.

Parker è il primo europeo a vincere il premio di MVP delle Finals nel 2007, finale che li ha visti annichilire i Cleveland Cavaliers di un giovanissimo LeBron James.

Alternato tra quintetto titolare e ruolo di sesto uomo di lusso, Ginobili era in grado di accendere la scintilla in qualsiasi momento della partita e dare una scossa quando le altre due star potevano essere in serata no.

The Big Fundamental è la pietra angolare, l’unico del trio ad aver vinto tutti e cinque gli anelli, il primo con David Robinson e poi con gli altri due. Il curriculum parla da sé: tre volte MVP, cinque campionati, 3 Finals MVP, Rookie of The Year. Un elemento di raro talento coltivato alla perfezione da Pop.

Tre giocatori, tre ruoli diversi, tre stili differenti, un solo risultato: quattordici anni insieme, quattordici volte ai Playoff, cinque finali e quattro titoli.

6. Boston Celtics Anni ’80

Al Draft 1978 i Boston Celtics scelgono alla numero sei Larry Joe Bird, talento dell’Indiana, con la speranza che possa essere la chiave per ritornare alla gloria del passato. Speranza pienamente soddisfatta. Bird guida i Celtics a tre titoli nel corso degli anni Ottanta, in strenue battaglie contro l’avversario di sempre, Magic Johnson e i suoi Lakers.

Il ragazzo gioca una pallacanestro totale e accompagna Boston in finale cinque volte in sette anni aiutato da Kevin McHale e Robert Parish, formando uno dei frontcourt più temibili di sempre, con l’aggiunta di Danny Ainge e nel 1985 di Bill Walton.

In un’epoca dominata dallo Showtime di Los Angeles, i Celtics trovano comunque il modo di affermarsi solidamente come la franchigia da battere e non semplice spettatrice ai trionfi dei gialloviola.

5. Showtime Lakers

Metti in una squadra il miglior realizzatore della storia, aggiungi uno dei migliori passatori e giocatori a tutto tondo di tutti i tempi e come tocco finale un ragazzone da North Carolina con mani educatissime.

Cosa ottieni? Showtime. Kareem Abdul-Jabbar, Magic Johnson e James Worthy si prendono a mani basse gli Anni 80 spartendosi il bottino con i Celtics di Bird, per quanto il conteggio dei titoli alla fine sia di cinque a tre.

Di Kareem e Magic si parla in abbondanza e con merito, visti i risultati ottenuti sia come squadre che individualmente (nove MVP e cinque Finals MVP in due), ma molto spesso passa in sordina lo straordinario supporto dello stesso Worthy, MVP delle finali 1988, quando con una tripla doppia da 36 punti, 16 rimbalzi e 10 assist regala il titolo a LA. Inutile dirlo, maglie ritirate per tutti e inserimento di diritto nella Hall of Fame.

4. Three-peat Lakers

Troppa fatica per Del Harris gestire un gruppo potenzialmente fortissimo ma troppo indisciplinato, urgono provvedimenti. E allora dopo aver coronato l’ultimo ballo dei Chicago Bulls con un titolo, Phil Jackson passa sulla panchina dei Lakers con la missione di riorganizzarne il talento e indirizzarlo nel verso giusto.

Missione compiuta al primo tentativo: Shaquille O’Neal e Kobe Bryant reindirizzano il loro ego e, pur con non poca fatica, vincono il primo titolo della loro ancor breve carriera.

L’altalenanza di prestazioni stellari e cadute inaspettate ha sempre dato l’impressione che i gialloviola fossero ad un passo dal tracollo. Errore madornale: nei momenti chiave hanno dimostrato gara dopo gara di essere sempre la squadra top della lega.

Agli albori della terza stagione si guarda ai Lakers come quelli che hanno tutto da dimostrare e tutto da perdere ma di nuovo, seppur sempre con qualche difficoltà interna, arriva il titolo. Si corona il Three-peat e LA diventa la quarta squadra di sempre a riuscirci, la seconda a farlo con Jackson in panchina. Percorso faticoso, certo, ma non per questo meno inarrestabile.

3. Boston Celtics Anni ’60

Quando hai Bill Russell, uno dei migliori centri della storia (e giocatore con più Titoli NBA) viene sicuramente tutto più facile: nove titoli in dieci anni, di cui otto consecutivi (record tutt’ora imbattuto). Frustrante a dir poco per chi doveva fronteggiare i Boston Celtics in quegli anni.

La continuità di risultato imposta da questa squadra è inarrivabile, nessuna squadra è mai andata oltre i tre titoli consecutivi. Va detto però che erano altri tempi e un tipo assolutamente differente di pallacanestro, i cui interpreti non erano neanche lontanamente gli atleti formati fin da piccoli che vediamo al giorno d’oggi.

Questo non toglie in alcun modo merito a quanto fatto da quei Celtics, che si classificano come squadra più vincente di sempre.

2. I Chicago Bulls di Michael Jordan

Sulle note finali di The Last Dance non possiamo non inserire questa squadra, accompagnata da troppi punti di domanda. Se Jordan non si fosse preso la pausa per il baseball i Bulls avrebbero due titoli in più? Se non avessero smantellato la squadra dopo il titolo del ’98 avrebbero vinto ancora?

Domande che non avranno mai una risposta. Il successo di questi Bulls è stato un crescendo accompagnato passo per passo dall’ascesa del loro giocatore più rappresentativo, Sua Altezza Aerea Michael Jordan.

Chiaramente Jordan-centrici, Phil Jackson ha trovato in Scottie Pippen un comprimario nato per sgravare MJ da qualche peso e arrivato allo status di All Star e ha costruito intorno a loro due uno dei roster più forti della storia. Toni Kukoc, Dennis Rodman, Bill Cartwright, Steve Kerr sono stati solo alcuni degli interpreti che hanno accompagnato questi due campioni nelle loro cavalcate trionfali.

Con lui Chicago ha vinto sei titoli in una decade, arrivando nel 1996 al record di 72-10, il migliore di sempre prima dell’avvento dei ragazzi della Baia. Peccato per quei dubbi che non li abbandoneranno mai, ma se Chicago è diventata per un po’ il centro del mondo del basket il merito è tutto loro.

1. Golden State Warriors 2016/17-2018/19

Una macchina perfetta a cui viene, di fatto, inserito il turbo. La leadership e la classe di Steph Curry, l’efficacia a tutto tondo di Klay Thompson e la grinta difensiva di Draymond Green: ingredienti complementari che portano questa squadra a non avere praticamente difetti.

L’innesto di Kevin Durant da OKC dopo la sconfitta nelle Finals 2016, ha creato quello che a tutti gli effetti è il Superteam più forte e completo di sempre. Al timone un condottiero capace come Steve Kerr, in grado di imporre un gioco devastante tenendo a bada le personalità straripanti degli interpreti (per quanto ci siano state anche difficoltà evidenti, vedi lo scontro Durant-Green).

Anche qui aleggia un dubbio, relativo alla sconfitta più recente nelle Finali per mano dei Toronto Raptors: la franchigia canadese ha sicuramente dato del filo da torcere alla squadra di San Francisco ma le assenze pesanti di Durant e Thompson, più un Cousins a mezzo servizio, lasciano molto amaro in bocca.

Analizzando però il gioco, i componenti e i risultati questa squadra è la più forte di sempre e il quinquennio caratterizzato da cinque finali e tre titoli è traccia indelebile della storia fatta da una franchigia quasi insospettabile.

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