Storie NCAA, dal titolo alla disfatta: lo scandalo di Louisville
Un college blasonato, un allenatore vincente, ma un sistema corrotto. La caduta di Louisville dopo il titolo del 2013
Ci sono gli ingredienti perfetti per raccontare e romanzare una storia che andrebbe proiettata sul grande schermo. La NCAA è un’organizzazione che gestisce le attività sportive degli atleti che sono iscritti ai programmi universitari del college di appartenenza. Sono qui che nascono i più grandi giocatori o i più grandi flop nella storia dello sport statunitense.
I protagonisti della storia di oggi sono i Louisville Cardinals di Rick Pitino, uno degli allenatori più vincenti e famosi del panorama NCAA, ma con trascorsi anche in Europa e in NBA.
Il titolo NCAA
La sera dell’8 Aprile 2013, Louisville batte Michigan 82-76 e diventa campione nazionale. In quella squadra non c’è nessun futuro All-Star della NBA, esclusi Harrell e Dieng, nessuno avrà una carriera nella Lega più famosa al mondo.
Il miglior giocatore delle Final Four è tale Luke Hancock, il primo della storia a vincere il premio partendo dalla panchina. La squadra è unita dall’amicizia e dalla voglia di vincere, il resto è tutto merito di un coach esperto come Pitino.
I Cardinals tornano nella élite del basket collegiale dopo oltre 25 anni e iniziano il loro cammino da università prestigiosa e vincente, tutti vorrebbero essere reclutati dai campioni in carica. L’affluenza al palazzetto è incredibile, grazie ai successi ottenuti diventano una delle università più seguite non solo dello stato, ma della nazione.
Si spostano dalla meno blasonata Athletic Conference alla più prestigiosa Atlantic Coast e questo spirito spinge ad investire anche nel programma di football. Nello stato non c’è più solo la vincente e prestigiosa University of Kentucky, da oggi anche Louisville è sulla mappa.
Il primo scandalo
Pitino è sulla panchina dei Cardinals dal 2001, dopo i quattro anni fallimentari ai Celtics, ritrova serenità su una panchina NCAA. Da quell’anno c’è un netto salto di qualità all’interno del college: tre Final Four (di cui due consecutive), tre titolo di Big East Conference, un titolo AAC ed altri trofei da aggiungere in bacheca. Louisville è al settimo cielo e nulla potrebbe rovinare questo stato di forma e di grazia.
Nel 2015 avviene il primo fattaccio: la escort Katina Powell confessa di essere stata pagata da diversi membri dello staff dei Cardinals per reclutare i giocatori, convincendoli attraverso parole, ma sopratutto con i fatti, ad accettare la borsa di studio per Louisville.
La squadra viene sospesa dalla post-season, Rick Pitino salta 5 partite per squalifica, poiché in NCAA l’allenatore è responsabile di tutto ciò che accade all’interno e all’esterno, perciò viene considerato incapace di gestire il gruppo.
Il secondo scandalo
Non sembra esserci pace per l’ateneo. Quando ancora si indaga sullo scandalo legato alle escort, ecco che subentra un altro grosso problema: alcuni coach collaborano con Adidas affinché paghino le famiglie degli atleti e le convincano a scegliere i Cardinals come destinazione.
Questa volta per Rick Pitino e per il college la sentenza è la peggiore possibile. Il coach viene immediatamente licenziato, insieme a lui tutto lo staff e le “mele marce” all’interno del programma. Louisville subisce una grande perdita, perché a causa del doppio scandalo e del reclutamento illegale, viene privata del titolo NCAA conquistato nel 2013 e di tutte le vittorie ottenute dal 2011 al 2015.
I danni e le conseguenze
Oltre alla privazione del suo terzo titolo NCAA, Louisville vuole cambiare rotta e decide di concludere anzitempo il ricco contratto con Adidas (160 milioni per 10 anni), licenzia tutti i componenti del vecchio staff e ricomincia da zero. Purtroppo negli states quando vieni bollato e i (mis)fatti fanno il giro dell’intera nazione, non è così scontato ripartire.
Nella stagione 2018-19, due dei giocatori reclutati legalmente dagli scout cambiano idea e rifiutano la borsa di studio dei Cardinals per accasarsi altrove. Brian Bowen, talento cinque stelle dell’high-school, si scopre essere stato pagato 100 mila dollari per giocare a Louisville e viene sospeso.
Come in una sorta di malocchio o ruota del karma, chi faceva parte di quella squadra o dello staff non ha avuto grandi gioie dalla propria carriera. Luke Hancock, l’MVP delle Final Four, è sparito dai radar; Rick Pitino ha vinto due campionati in Grecia ed ora sta tentando di rifarsi un nome a Iona; Brian Bowen è passato da talento cinque stelle ad undrafted e senza un minuto giocato in NBA.
Insieme a Louisville, altri college sono finiti sotto la lente della FBI, pagando multe salate, vedendo i propri scout, coach e assistenti finire dietro le sbarre o venire sospesi. I lupi hanno perso il pelo, ma non il vizio e qualcuno da recidivo è stato anche radiato.
E Louisville?
Per Louisville sono finiti i tempi delle grandi vittorie e del titolo NCAA: infatti, dopo la sentenza finale del 2018, in merito ai fatti accaduti rispettivamente nel 2015 e nel 2017, ma con la probabilità che questi si siano già registrati anche negli anni dei trionfi, il college non è più riuscito a rialzarsi. March Madness centrata solamente in due occasioni (2017 e 2019) ed eliminati rispettivamente al secondo e primo turno.
Tutte le vittorie dal 2011 al 2015 sono state rese vacanti e oggi quei giocatori, sono stati protagonisti (a loro insaputa) di una delle pagine più oscure del college basket.
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