NBA Finals, ecco i nostri Awards

Con il termine della stagione 2019/2020 andiamo a vedere assieme chi per la redazione ha meritato il conseguimento del titolo e chi invece ha deluso le aspettative proprio in finale

I Lakers festeggiano la vittoria nella Bolla

Ormai si è conclusa la stagione 2019/2020 del campionato NBA da cui sono usciti vincitori i Los Angeles Lakers che così facendo han pareggiato i Boston Celtics per il maggior numero di titoli NBA vinti dalla nascita della competizione.

In tutto questo in molti hanno aperto dibattiti molto accesi in merito ai protagonisti di questa cavalcata culminata con la serie delle Finals.

Serie questa che non ha di certo atteso le aspettative seppur colma di eventi inaspettati come lo sfortunato infortunio di Bam Adebayo e di Goran Dragic avvenuto in Gara 1.

Dopodiché se in molti avevano già data per scontata una vittoria in scioltezza dei Lakers ci hanno pensato i Mimai Heat a cancellare gli stessi pronostici prolungando la serie fino a Gara 6. In tutto questo dunque l’attenzione nei giorni di sosta l’attenzione si è spostata sul discutere dei diversi giocatori e sul come hanno reagito a questa serie di Finlas.

In tutto ciò anche noi abbiamo deciso di decidere tre giocatori su cui discutere, rispettivamente dell’MVP della serie, del Flop che ha deluso e del giocatore toop che invece ha stupito.

MVP

LeBron James

Se vedendo il percorso fatto ai Playoff fino a Gara 2 delle Finals alcuni avrebbero aperto un dibattito in merito all’assegnazione del titolo al Re. Questo perché fino a quel momento i Lakers avevano pressoché dominato gli avversari incontrati fino ad allora senza la necessità che LeBron iniziasse ad alzare i ritmi del proprio gioco.

In tutto questo dunque era emerso un Anthony Davis assolutamente decisivo sia in fase difensiva che offensiva. I vari dubbi a riguardo però sono stati spazzati via quando L.A. ha iniziato a rallentare di giri concedendo a Miami la possibilità di rientrare nella serie, è in quel momento che James ha premuto sull’acceleratore ricordando a tutti ciò che è in grado di fare su un parquet di basket all’età di 35 anni.

Sembra quasi volgare il nominare le medie tenute alle Finals che comunque si attestano sui 29.8 punti, 11.8 rimbalzi e 8.5 assist; semplicemente dominante e per questo si merita, oltre a quello ufficiale, il nostro titolo di MVP.

La sorpresa

Tyler Herro

Avremmo potuto anche mettere Jimmy Butler che è stato stoico nel continuare a battersi nonostante i pronostici e le avversità incontrate ma in questo caso abbiamo voluto dare i meriti ad un ragazzo di 20 anni che ha semplicemente giocato un livello di pallacanestro altissima.

Nessuno quando venne scelto alla tredicesima scelta si sarebbe aspettato un’attitudine del genere da parte di questo ragazzo che ha invece dimostrato sul campo di meritarsi un palcoscenico come quello delle Finals.

Sul suo conto ora non abbiamo che delle grandi aspettative visto che gli spunti per crescere ci sono e numerosi, specie nella fase difensiva dove le carenze a livello di posizione e di fisico sono ancora da limare. In tuto questo però nei nostri occhi non possono che balenare ancora le gesta compiute in questi giorni.

La delusione

Danny Green

Chi invece ha deluso le aspettative è il campione Back to back che ad inizio stagione ha firmato un contratto da 15 milioni di dollari annui. Il risultato di questa firma? una serie di scelte nei momenti cruciali poco degne sia per lo stesso giocatore sia per il contratto che rimane essere il terzo più alto di squadra dopo quello di James e Davis.

Il problema non è l’apporto in se che se paragonato alle medie degli anni scorsi è paradossalmente migliore, ciò che di lui ha deluso è stata la sua fragilità mentale che spesso si è vista pur avendo già raggiunto il traguardo del titolo NBA in altre 2 occasioni.

È ceto che il giocatore in questi giorni è stato forse troppo demonizzato rispetto al suo reale valore, ma la prova mostrata dalla riapertura della stagione fino alla vittoria del titolo è stata ampiamente insufficiente.

Le qualità son sempre li e speriamo che Danny possa subito ritornare a divertirsi sul campo senza troppe pressioni e problemi, ma per questa volta il suo esito recita: rimandato a gennaio.


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