NBA Draft Preview, 9° posto: Cole Anthony
Figlio di Greg Anthony e prodotto Made in Tar Heels, il nono posto del nostro Mock Draft ha il sapore di un giocatore NBA ready
North Carolina “alleva” grandi giocatori e li trasforma in futuri campioni NBA. Il padre Greg ha vinto un titolo con University of Nevada Las Vegas (UNLV) e ha giocato le Finals. In questa preview del Draft, Cole Anthony si piazza in nona posizione.
Destinazione: Washington Wizards
Esordio col botto in NCAA, con una doppia doppia da 34 punti e 11 rimbalzi, ma i Tar Heels hanno avuto una delle peggiori squadre di sempre e l’entusiasmo è calato subito. Un infortunio al menisco lo ha fatto scendere nelle preferenze del Draft, ma noi puntando sulle sue doti innate lo teniamo in piena top 10.
La capitale nel suo futuro potrebbe non essere una scelta così sbagliata, vero è che rubare il posto ai componenti del dynamic duo Wall-Beal sarà un’impresa titanica, ma le condizioni fisiche del primo e l’incertezza sul futuro del secondo, rimescolano le carte in tavola .
Punti di forza
Il tiro è sicuramente la sua arma migliore. La facilità di prendersi le responsabilità in qualsiasi situazione palla in mano, lo mettono in cima alle preferenze di molti scout. Le percentuali non sono eclatanti (34.8% da 3, 75% ai liberi), ma sa fare male in catch and shoot, in step-back e fuori equilibrio, se lavora sulla precisione, il risultato sarà letale.
Abile nella transizione offensiva, sa fare male in velocità e rispetto ad altre guardie è un grande rimbalzista difensivo. Fa ripartire l’azione in pochi istanti, può decidere per un lancio lungo in direzione area avversaria o attaccarla e finire con una penetrazione, spesso convertita in fallo. Sempre rimanendo in tema possesso palla, la sua elevata capacità di amministrare anche con la mano debole lo rende imprevedibile in fase d’attacco.
Non ha bisogno di aiuto nelle situazioni di gioco complesse: se si trova in equilibrio precario, ma con buona visione del canestro, tira; se c’è da fare a sportellate contro i lunghi avversari, si districa e conclude al ferro; infine non mancano le capacità di servire i compagni smarcati, questo lo rende uno dei prospetti più creativi del Draft 2020.
Punti deboli
Abbiamo evidenziato la sua bravura nel tiro e nelle penetrazioni, ma il dato che preoccupa sono le conversioni in canestro delle sue sortite offensive. Solo il 39% delle conclusioni al ferro finiscono per essere realizzate. Sa attaccare, ma non finalizzare, questo potrebbe essere a causa della sua mancanza nel controllare il corpo e nel cambio di passo sui pick and roll.
Serve plasmarlo a livello mentale non solo per il recupero fisico, quanto per la mole di conclusioni che prende a partita. Spesso genera un numero elevato di “hero ball” anche quando non ce n’è bisogno, è testardo e nelle situazioni complicate preferisce sbagliare un tiro impossibile piuttosto che cambiare rotta e ricominciare l’azione.
Deve migliorare in difesa, dove è capace a prendere rimbalzi nella propria area e tenere il baricentro basso giocandosi le sue carte migliori nell’uno contro uno, ma pecca sensibilmente in un sistema di squadra. Tende ad escludere i compagni e caricarsi di tutte le responsabilità, non conscio delle difficoltà a cui va incontro. Patisce i giocatori fisici e gli scivolamenti, soprattutto sui pick and roll.
Conclusione
Quando si entra nelle prime dieci scelte, si alza il rischio di beccare il così detto “bust”, ovvero il giocatore tutto fumo e niente arrosto. Alla numero 9, Cole Anthony deve dimostrare il proprio talento e unirlo alla mentalità che aveva il padre sul parquet. A Washington può essere il ricambio perfetto sia di Wall sia di Beal o il protagonista in caso di rifondazione, ma suo malgrado anche un’ottima pedina di scambio.
Leggi anche: NBA Draft Preview, 10° posto: Killian Hayes