NBA Draft Preview, 7° posto: Onyeka Okongwu
The Big O, un soprannome importante per il nigeriano prodotto di USC. Mock Draft che lo posiziona poco sotto la top five
“Io sono il miglior centro di questo Draft”. Un’affermazione importante scagliata nei confronti di chi, per mesi, ha parlato solo di James Wiseman. Lo stesso soprannome di Oscar Robertson, ma non importa il ruolo differente, Onyeka Okongwu è pronto a stupire nella preview del nostro NBA Draft.
Destinazione: Detroit Pistons
Non c’è nulla che possa fermare il prodotto di USC (University of Southern California), nemmeno le attenzioni sugli altri big man del Draft, perché lui è consapevole di poter essere il valore aggiunto di qualsiasi squadra lo sceglierà. I numeri dicono molto, ma non tutto del ragazzo, che nell’anno da freshman ha chiuso con 16.2 punti, 8.6 rimbalzi, 2.7 stoppate e 1.2 palle rubate di media. Un’autentica forza della natura, mischiando uno stile old school al basket moderno.
Abbandonato un gigante come André Drummond e pescato Sekou Doumbouya l’anno precedente, Detroit ha intenzione di lanciarsi ancora una volta nel mondo dei centri dominanti, patrimonio della pallacanestro contemporanea. In piena ricostruzione, “Double O” ha le carte in regola per entrare nella classifica all-time dei lunghi che hanno vestito la divisa dei Pistons.
Punti di forza
Potente, agile e lungo. Con questi tre aggettivi si può descrivere perfettamente l’attitudine di Okongwu all’interno del parquet. Gli scontri fisici sono tutti a suo favore, è rapido nel prendere i rimbalzi, nel pitturato avversario fa piazza pulita, ogni pallone è da considerare suo. La sua esplosività la si può notare sia in fase di ricezione su un alley-oop sia in difesa, dove grazie alle lunghe leve stoppa e fa comparire le proprie braccia ovunque.
Il suo tempismo è fuori dal comune e il fatto che abbia solo 20 anni, rende questa caratteristica ancora più surreale. Le statistiche recitano 1.6 palle rubate e 3.5 stoppate per 40 minuti, ha la capacità di capire quando e dove arriverà il pallone, bloccando e intercettando ogni possesso avversario. Può aiutare nel cambio marcatura scivolando sull’ala grande, abile anche nel contestare i tiri e non si fa ingannare dalle finte.
La sua altezza gli consente di essere efficace nei ganci in salto, questo sa farlo comodamente con entrambe le braccia. Nonostante la tecnica meno affinata rispetto ad un esterno, sa essere un affidabile passatore e non soffre particolarmente i raddoppi. Al college ha tirato con il 72% ai liberi e con il 61% dal campo. Infine, i suoi coach lo considerano una delizia per come approccia alla gara.
Punti deboli
Patisce lo scontro con i centri sopra i 7 piedi (2,13 m), il gioco fisico viene meno quando si trova di fronte un avversario che gli prende qualche centimetro in altezza. Non difende granché bene in post e assorbe poco i contatti sotto il proprio canestro, facendosi battere. Generalmente gioca duro, ma ha momenti di completo spegnimento, come se fosse privo di forze.
Un centro che mischia tecniche di basket anni ’80 e ’90, questo lo si può notare nella totale mancanza di tiri da 3 tentati e realizzati. Un problema che in NBA viene rimproverato ai pari ruolo come Drummond, Gobert e Whiteside. Non si sente a proprio agio dal palleggio e va migliorato il suo range di tiro, troppo limitato all’area.
Il dilemma più grosso degli scout e dei front office della Lega. Ha le capacità per sfondare, ma ci si interroga sull’effettiva esplosione offensiva oltre che difensiva con il salto tra i professionisti. Se mancasse questa evoluzione, Onyeka Okongwu vale davvero una scelta così alta in un Draft?
Conclusione
Buone premesse, voglia di emergere ed etica del lavoro fanno del classe 2000 un nome da tenere d’occhio in ottica ricostruzione. Ci sono centri poco mobili e poco avvezzi al tiro diventati All-Star NBA, ma i Detroit Pistons hanno bisogno di un Drummond-bis? Per sopravvivere nella Lega del futuro, serve qualcosa di più.
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