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NBA Draft Preview, 3° posto: LaMelo Ball

Il più giovane dei Ball occupa il gradino più basso del podio nel Mock Draft. Sarà lui a far felice papà LaVar o finirà vittima del suo cognome?

Il più grande è ai New Orleans Pelicans e ha trovato la sua dimensione, ma deludendo le aspettative enormi create dal padre. Il fratello di mezzo ha dimostrato di essere senza carattere e senza talento, finendo all’ombra anche delle parole di LaVar. Ecco la speranza di salvezza per la famiglia Ball, il più piccolo e talentuoso LaMelo, terza scelta dell’NBA Draft.

Destinazione: Charlotte Hornets

Ha preferito non seguire il gregge in NCAA, perché il suo cognome glielo imponeva. Nel 2018 ha provato l’esperienza europea giocando in Lituania, subito dopo ha giocato per i Los Angeles Ballers della JBA e nella stagione precedente ha militato in NBL, con la divisa degli Illawarra Hawks. Stiamo parlando pur sempre di un Ball e LaMelo non fa eccezione alla regola.

Se vuoi essere il migliore, devi battere il migliore, ma se “The G.O.A.T.” è colui che ti sceglierà al Draft, come hai intenzione di impressionarlo? Charlotte non ha mai brillato come franchigia e dopo il passaggio di Kemba ai Celtics, le speranze play-off sono crollate vertiginosamente, così sarà la scelta numero 3 a togliere dall’anonimato la squadra del North Carolina.

Punti di forza

Inutile nascondersi, il suo modo di fare è uno dei principali punti di forza del giovane LaMelo. Arroganza, stile e quella voglia di dimostrare a tutti di non essere tutto fumo e niente arrosto. Ha 19 anni ed è originario di Chino Hills, prima è riuscito a togliersi dall’ombra dei fratelli più grandi e poi si è scrollato di dosso la polvere gettata dal padre. Sì, essere già pronti alle critiche e alle pressioni è un punto di forza da non trascurare.

La sua altezza lo rende un playmaker fuori dai soliti standard, 201 centimetri da cui distribuire assist e sfruttare la creatività di cui è dotato. Abile con entrambe le mani, ha il pieno controllo della velocità di gioco, accelerando e decelerando a suo piacimento. In grado di lanciare il pallone da una parte all’altra del campo con assoluta precisione.

Quando è in ritmo non può essere fermato, vive del proprio impeto di gioco e gioca in maniera eccellente su entrambi i lati del campo. I centimetri lo aiutano a difendere anche sugli altri ruoli, è rapido negli scivolamenti e il suo istinto gli garantisce di fare spesso la cosa giusta. A rimbalzo è una presenza costante, legge con anticipo le intenzioni degli avversari, rubando palloni con facilità, raddoppia e contesta i tiri.

Punti deboli

Essere sempre al centro dell’attenzione equivale a prendersi tante responsabilità e la mole di tiri presa dal giovane Ball è consistente. Questo però non gli consente di convertire in percentuali decenti: infatti, LaMelo tira con il 46% dalla media e con il 25% da tre punti. La meccanica è fatta con lo stampino, tutti e 3 i fratelli hanno un approccio particolare con il pallone tra le mani, lasciando perplessi gli addetti ai lavori e i semplici amanti del gioco. Incoraggiante solo il dato sui tiri liberi (82%) e il rilascio dei floater.

Fatica enormemente a battere l’avversario in situazioni off the dribble, deve essere sempre in movimento per concludere a canestro o risulta praticamente inoffensivo. Un peso leggero in rapporto all’altezza e questo si riflette sul parquet dove è costretto a concludere gli uno contro uno con scomodi “teardrop” o forzando tiri cadendo all’indietro.

Abituato ad attaccare e tirare non è propenso a difendere, saprebbe farlo, ma è focalizzato sulle conclusioni e sulla metà campo offensiva. Deve essere costantemente tenuto sul pezzo, pecca di concentrazione e opposto ad un avversario più forte non è in grado di assorbire i contatti, questo influisce sul morale che lo rende nervoso e lo esclude dalla partita.

Conclusione

Il mondo della NBA ha di fronte quel che si definisce un “franchise player”, un prototipo di giocatore utile a dir poco al contesto di Charlotte. LaMelo però va disciplinato e tenuto in riga, il talento è sconfinato, ma troppa sicurezza e troppa arroganza finiranno per rovinargli la carriera. Sarà importante fin da subito l’impatto che avrà sulla Lega, da lì si potrà capire il futuro del giovane Ball.


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