Julius Erving, il tiro che ha cambiato l’NBA per sempre
Durante le Finali del 1980 Julius Erving cambiò per sempre l’NBA con un tiro che ispirò le future generazioni
Solo in pochi esseri umani sanno veramente cosa significhi camminare nell’aria. Tra questi, c’è Julius Erving.
L’11 di maggio del 1980, Erving fluttuò nell’aria per un momento che parve un’eternità, per poi segnare uno dei canestri più belli della pallacanestro.
Un istante che avrebbe definito la storia dell’unico sport che tende al cielo. Fu pura espressione artistica, così perfettamente catturata nel suo attimo, che diventò qualcosa in più di un fenomenale tiro atletico. Divenne pura ispirazione.
Ciò che Erving non comprese, in quel momento, fu la potenza di ciò che aveva appena fatto. Quel singolo tiro ispirò giocatori, future leggende, e miti del basket che sarebbero nati da lì a poco. Perché prima di voler essere come Michael Jordan, tutti sognavano di diventare Dr J.
Le storiche finali NBA del 1980
Giunti a gara 4 nella serie decisiva per il titolo NBA della stagione ’79 – ’80, i Philadelphia 76ers si trovavano in svantaggio di una partita contro i rinati Los Angeles Lakers. La squadra di LA era capitanata da un rookie chiamato Magic Johnson, che al suo primo anno in NBA era già riuscito a diventare un leader eccellente per i Lakers al fianco di Kareem Abdul-Jabbar (uno dei giocatori più vincenti della storia NBA), in quella che era a tutti gli effetti la prima installazione dello Showtime Basketball.
La squadra di Philadelphia era solida, forte di una regular season fantastica e guidata in panchina dalla visione cestistica di Bill Cunningham, ex giocatore dei Sixers che vinse il titolo NBA nel 1967 nel team di Wilt Chamberlain (che detiene ancora oggi il record di Punti in una partita NBA).
Il basket NBA, al tempo, era ancora fondamentalmente giocato sotto e attorno al canestro. L’allora innovativa linea del tiro da tre punti, fu copiata dalla ABA e introdotta nella National Basketball Association proprio in nella stagione ’79-’80, dove ancora in pochi osavano prendere quel tiro, in quanto era considerato un rischio.
Difatti nelle finali del 1980 venne realizzato un solo tiro da tre, il primo nella storia delle NBA Finals. A insaccare il pallone nella retina, fu proprio Julius Erving. Ma per quanto storico fosse quel canestro, non sarebbe stato quello ad essere ricordato nel tempo, perché contro i creatori dello Showtime fu Dr J a rubare lo show, come aveva fatto negli anni precedenti, quando divenne un mito underground dello streetball.
Julius Erving diventa Dr J
Prima di raggiungere l’agognata fama, fu nei campetti più famigerati che Julius Erving divenne Dr J. Nativo di New York, iniziò a giocare tutti i giorni per le strade della grande mela. Ma fu quando giunse al playground di Harlem, il Rucker Park, che in tantissimi si accorsero di lui e delle sue assurde giocate: alcuni arrivarono persino ad arrampicarsi sugli alberi per vederlo meglio giocare tra la grande folla giunta al Rucker.
In un periodo imprevedibile per il basket americano, Erving divenne prima un’icona underground, e poi una stella luminosa tra i professionisti.
Professionista, Dr J voleva diventarlo al più presto. Al tempo la ABA, lega tanto innovativa quanto arrivista, stava tentando in tutti i modi di contrastare l’NBA adottando regole e ideali d’avanguardia, per attrarre un pubblico nuovo e imporsi come alternativa per il futuro della pallacanestro.
Due fondamentali regole convinsero Julius a dichiararsi per il Draft ABA: la possibilità di diventare pro prima di finire il College, e l’assenza di divieti e pregiudizi sulle schiacciate.
Appena Erving giunse ai Virginia Squires, divenne un’assoluta super-stella e le sue giocate furono la colonna portante di tutta l’American Basketball Association. Nel 1972, dopo un anno da rookie a 27.2 punti di media, Erving si dichiarò per il Draft NBA e venne scelto dai Milwaukee Bucks: avrebbe giocato con Oscar Robertson (il primo Mr Triple Double) e Kareem Abdul-Jabbar.
Mentre in un mondo parallelo ciò è accaduto, in questo spazio-tempo, Erving venne blindato dalla ABA, in quanto aveva firmato un contratto con gli Squires per quattro stagioni, e inoltre aveva segretamente siglato un accordo con gli Atlanta Hawks prima del Draft, arrivando anche a posare nelle foto di squadra.
Un giudice lo fece tornare in ABA, dove continuò a dominare, raggiungendo 31.9 punti di media, passando ai New York Nets e vincendo il titolo due volte.
Fu in questo periodo che il dottore divenne leggenda ancor di più. Voci di giocate spettacolari e tiri fluttuanti in aria mai visti prima iniziarono a circolare tra media, giornali e tifosi. Purtroppo la ABA non aveva la possibilità di registrare e mandare in onda diverse partite, tra cui quelle di Erving, quindi una gran parte del prime della carriera di Dr J è stata persa nel tempo, presente solo nella memoria di chi alle sue partite è stato davvero.
Dr J arriva in NBA
Scambiato a Philadelphia dopo la fusione con la ABA, il dottore giunse finalmente in NBA per la stagione del ’76-’77.
Al primo anno con i Sixers, Julius Erving non deluse: Philadelphia arrivò alle finali, vinse le prime due della serie contro i Blazers, ma Portland riuscì poi a dominarne quattro in fila, vincendo il titolo.
Fu nel 1980 che il dottore si trovò nuovamente alle finali, stavolta determinato nel vincere ad ogni costo. Ma con quei Lakers del rookie Magic e di Kareem dall’altro lato, sarebbe stata un’impresa disumana.
Erving aveva trent’anni. Ormai raffinato dagli anni di pratica nella tecnica, ancora maledettamente atletico, esperto. Ma i Lakers erano troppo, e quello svantaggio di 2-1 nella serie lo dimostrava. Forse Julius da solo non avrebbe potuto farcela. Il dottore decise però che avrebbe combattuto fino alla fine.
The Baseline Shot
Gara 4 delle Finals, siamo a Philadelphia, mancano sette minuti alla fine. Il giocatore di ruolo di Los Angeles Mark Landsberger deve marcare Erving per quattro minuti, quelli necessari a Magic Johnson per recuperare energia prima del rush finale. 76ers in fase offensiva: Landsberger si volta per mezzo secondo e ciò basta per perdere Erving, il quale scatta dal lato debole e riceve palla, deviando a destra, qualcosa che ha fatto per tutta la partita con grande successo. Stavolta però si trova davanti il colosso Abdul-Jabbar, che nella mente di Julius era il migliore di sempre.
Mai tirare dalla linea di fondo, lo insegnavano tutti gli allenatori al tempo, anche lo stesso Cunningham dei Sixers. Ma Erving sapeva di potercela fare, con Kareem davanti saltò nei meandri dello sconosciuto.
Agganciò la palla con la mano destra, camminò letteralmente nell’aria, evitando Landsberger e Jabbar. Un bacio al tabellone, e la palla entra, facendo esplodere di gioia il pubblico di casa. I Sixers vinsero e pareggiarono la serie.
Sarebbe stata la mossa che avrebbe per sempre cambiato il basket. Al tempo, il primo filmato NBA che avrebbe fatto il giro del mondo, facendo innamorare miriadi di persone alla pallacanestro. Solo dopo diverso tempo anche Erving comprese il valore di ciò che aveva realizzato: una pietra miliare che ispirò le future generazioni.
Per sempre Dr J
Philadelphia perse quelle finali. Ma nel 1983, grazie al fondamentale aiuto dell’aggiunta Moses Malone, i 76ers riuscirono a completare l’impresa, diventando campioni.
Dopo più di quarant’anni quel tiro è ancora ricordato, nonostante di giocate incredibili da allora ce ne siano state. La carriera di Julius Erving è stata nel tempo oscurata nella sua importanza: dopo di lui arrivarono Bird, Magic, Jordan. Ma senza la poetica immaginazione applicata al basket di Dr J, la pallacanestro non si sarebbe evoluta in ciò che abbiamo imparato ad amare.
Senza Julius Erving non ci sarebbe nessun Micheal Jordan e quindi nessun Kobe Bryant, nessun Vince Carter, nessun Tracy McGrady, Giannis Antetokounmpo, Kevin Durant, Allen Iverson e molti, moltissimi altri.
Julius Erving sarà per sempre l’irremovibile fondazione del basket moderno.