NBA, il futuro incerto dei Sacramento Kings

Andiamo a ripercorrere gli ultimi due anni dei Sacramento Kings, dalla sventurata trade in cui rinunciarono a Doncic ai continui problemi fisici di Marvin Bagley

De'Aaron Fox e Buddy Hield con la maglia di Sacramento

Questa stagione che si è conclusa in anticipo per i Sacramento Kings è solo l’ultima di una serie di delusioni che durano dal lontano 2006 anno in cui la squadra californiana ha partecipato per l’ultima volta ai Playoff.

Draft e Trade: due grandi nemici

Nel corso di queste stagioni la storia della franchigia ha vissuto momenti poco felici, dalle scelte sbagliate ai vari draft alle trade mal assortite. In tutto questo il trend negativo sembrava potere lasciare posto ad una risalita grazie ad una stagione alquanto promettente guidata da coach Dave Joerger nel 2019.

Dopo di questo però il cambio di rotta: Joerger viene licenziato ed a succedergli sopraggiunge Luke Walton che arrivava da una stagione insipida a Los Angeles. Già in questo momento ci fu uno spartiacque tra ciò he sarebbe potuto essere è ciò che è l’attuale situazione dei Kings, infatti in molti si stupirono della rescissione del contratto di Joerger dopo la stagione disputata che vide da una parte la crescita dei giovani talenti e dall’altra la ricerca di un identità di gioco.

De’Aaron Fox era emerso come il grande talento che è risultato essere ed altri giocatori come Marvin Bagley III avevano lasciati ampi margini di miglioramento. La dirigenza però aveva intenzione di far questa scelta sperando di mandare un segnale all’intero ambiente e di conseguenza agli inizi della stagione 2019/2020 a tirare le redini dei Sacramento Kings ci fu coach Walton.

La mancata scelta di Doncic

Reduci da un Draft in cui han fatto solo da comparsa, dopo quello sciagurato in cui Vlade Divac affermò di non aver scelto Doncic al Draft del 2018 per via di attriti avuti in passato col padre del ragazzo, i Kings registrarono ben 5 sconfitte consecutive all’esordio. Il clima non poteva dunque essere che dei peggiori e data la giovane età e l’inesperienza di molti giocatori il rischio era quello di avere un duro contraccolpo, ma ciò non avvenne per via del talento che comunque è presente in quel di Sacramento.

Tutto il percorso della stagione però non ha mai dato grandi certezze e l’andamento della squadra è stato sempre incostante, alternando momenti di grande gioco espresso ad altri in cui le partite perse si susseguivano in uno sconfortante leitmotiv. Oltre alla difficoltà propria dei giocatori a trovare un’armonia in seguito è intervenuto anche l’epidemia che per mesi ha congelato qualsiasi attività sportiva.

Da questo letargo però ne uscì un occasione di rivalsa, difatti grazie alla Lega che aveva creato con grande impegno un torneo per accedere ai Playoff diede la possibilità ai Sacramento Kings di spezzare la catena di fallimenti inanellata col tempo.

Purtroppo neanche in questa occasione Sacramento ha saputo cogliere le possibilità che gli si erano proposte e come anticipato all’inizio dell’articolo i dubbi riguardo alla futura stagione dei Kings si fanno molto forti in vista di due grandi problematiche emerse:

Marvin Bagley III

La seconda scelta assoluta del Draft 2018 nella sua prima stagione da rookie ha stupito in molti dando dimostrazione di aver le qualità per poter giocare in una lega così competitiva. Qualche problema fisico purtroppo gli tolse continuità ma le doti risultarono essere degne di una pick alta (anche se forse non abbastanza paragonate al prodigio sloveno scelto dopo di lui).

Da li le aspettative per la stagione 2019/2020 erano salite in maniera considerevole ma complici il cambio di allenatore e gli acciacchi fisici non si direbbero soddisfatte al termine del torneo dei seeding-games.

Infatti i problemi fisici vissuti al suo primo anno non furono che preludi agli infortuni di maggior entità sofferti quest’anno, dai problemi al piede sinistro a quello al piede destro che gli ha fatto saltare tutte le gare dalla ripresa di luglio.

Stagione sfortunata per Marvin Bagley III a causa dei numerosi e ripetuti infortuni subiti

Questo dunque è il primo dubbio, può un giocatore con poca continuità e meno esperienza rispetto ai suoi coetanei guidare una franchigia ai Playoff? Questa è la domanda che si dovranno porre per programmare il proprio futuro.

Buddy Hield

Arriviamo ora al secondo grande nodo della questione, il giocatore arrivato da New Orleans nella trade per DeMarcus Cousins dal suo arrivo ha dimostrato grande dedizione e molti miglioramenti, specie sul tiro perimetrale in cui ormai è un giocatore dalla alta efficienza. Con l’arrivo di Walton, come per il suo compagno Bagley, le suo doti son sembrate regredire allo stato precedente a quello visto nel 2019.

Infatti con il coach ex Lakers la sintonia non sempre è sembrata ottima e nonostante un rinnovo di contratto firmato coi Kings il giocatore ha iniziato a lamentarsi presto di alcune situazioni createsi nell’ambiente.

In primis Buddy Hield non ha mai visto di buon occhio il suo esser “degradato” alle seconde linee agendo da sesto uomo nella visione di squadra di Walton e di questo malumore l’apice non possono che essere le voci circolate in queste settimane che parlerebbero di un rapporto coach-giocatore totalmente compromesso tanto da far si che Hield non rispondesse alle chiamate dell’HC in vista della preparazione per la nuova stagione.

Dopo la positività al Covid-19 ed all’esperienza nella bolla i rapporti tra Buddy Hield e la franchigia californiana sembrano essersi intaccati

Anche qui dunque il dubbio della dirigenza è: agire per una trade del giocatore oppure tentare di riallacciare i rapporti in una coesistenza civile e proficua? In base alla scelta che si farà si potrebbe vedere una squadra con un assetto ben differente.

Cosa aspettarsi dai Kings

Detto questo la qualità dei giocatori dei Sacramento Kings non è da sottovalutare, possiedono un giocatore pronto come Bogdan Bogdanovic, una guardia dalla cadenza fulminea come De’Aaron Fox, un lungo dotato di grande tecnica come Bjelica ed un uomo spogliatoi come Harrison Barnes. Aggiungeteci un potenziale crack come può esserlo Marvin Bagley e le carte in tavola per poter stupire ci sono, ora non resta che vedere se i Kings puntualmente riusciranno a compromettere quanto fatto in precedenza.


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