Kings e Thunder, il trionfo della competenza

Kings e Thunder sono senza dubbio le rivelazioni più grandi di questa stagione, grazie soprattutto a idee chiare e tanto talento

De'Aaron Fox e Shai Gilgeous-Alexander

L’arrivo dei Sacramento Kings ai Playoff e quello degli Oklahoma City Thunder al Play-In rappresentano due trionfi di dirigenze spesso discusse, ma che hanno saputo allargare i propri orizzonti al momento giusto.

Kings ai Playoff, 17 anni dopo

Non è una novità e se ne è parlato già tanto, ma ciò che hanno costruito i Kings negli ultimi 12 mesi merita sempre una menzione: quando, alla trade deadline 2022 abbiamo visto la trade Sabonis-Haliburton abbiamo pensato tutti che l’aver lasciato andare il playmaker del futuro per un giocatore solido ma non fenomenale come il lituano fosse la solita catastrofe di questa dirigenza, autrice del più grande digiuno negli ultimi decenni di sport americano di una squadra dai Playoff (durato 17 anni, dal 2006 ad oggi – l’assenza più lunga della storia NBA).

Il risultato è invece sotto gli occhi di tutti: De’Aaron Fox e Domantas Sabonis sono fatti l’uno per l’altro e i vari Huerter e Murray sono i contorni ideali per i due, tanto da guadagnarsi il terzo posto nella lottatissima Western Conference e il titolo della Pacific Division, giocando un basket corale, super offensivo e divertentissimo. Light the Beam!

Thunder, dal tanking alla post season

I Thunder della reggenza di Sam Presti sono sempre stati dipinti come la squadra di un futuro lontano, fatto di innumerevoli anni di Tanking, scelte al Draft e di talenti ancora sconosciuti da portare alla ribalta.
Ecco, questa giovanissima nidiata è finalmente esplosa, mettendo in campo All Stars presenti e futuri, come Shai Gilgeous-Alexander, Josh Giddey e Jalen Williams.

Se consideriamo che quel clamoroso difensore che è Lu Dort in questa squadra fa il role player e che non abbiamo ancora visto Chet Holmgren all’opera, il potenziale per segnare con una dinastia il prossimo lustro c’è, senza dubbio.

Questa presa di coscienza ha distinto i Thunder da altre squadre, anch’esse meritevoli di aver sorpreso in questa stagione, come Indiana e Utah, che a un certo punto hanno deciso di alzare bandiera bianca e pensare al futuro. Se oltre al talento si aggiungono una marea di scelte future e un virtuosismo economico invidiabile, si capisce subito che OKC sta costruendo qualcosa di davvero grande.

Nell’era dei superteam (o presunti tali) che floppano a ripetizione, basti pensare solamente ai Nets e i Lakers dei Big Three o, notizia di questa notte, ai Mavs con il miglior backcourt della lega, due piccole meraviglie come Kings e Thunder meritano di essere celebrate per tutto quello che hanno creato nel giro di pochissimo tempo.

Perché in fondo, non tutte le squadre partono per essere contender a fine anno e questi tipi di percorsi, anche qualora si fermassero al Play In o al primo turno, hanno già ottenuto la loro vittoria.

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