Draymond Green: “Il pugno a Poole ha influenzato la stagione”
Green ritorna indietro di sette mesi, riflettendo sugli effetti che ha avuto l’aggressione a Jordan Poole in pre season
Se chi ben comincia, come si dice, è a metà dell’opera, allora la stagione dei Golden State Warriors è cominciata in una maniera disastrosa. È stata poi tutta in salita a cominciare dal fattaccio di inizio stagione, quando Draymond Green ha aggredito Jordan Poole durante un allenamento di squadra.
Staremmo ancora giocando se non fosse successo. Non per togliere qualcosa ai Lakers, ma penso che saremmo stati imbattibili. Le incertezze in trasferta e tutto il resto non sarebbe successo, mi sono tirato indietro in molti aspetti
Draymond Green
Il fattaccio ha incrinato il rapporto tra Green e Poole, non potrebbe essere altrimenti. Ha influenzato anche la squadra e il suo andamento, trattandosi di due pedine chiave nella vittoria per il titolo della scorsa stagione e di quella che avrebbe dovuto essere la difesa dell’anello di questo 2022/23.
Quello che è successo il 6 ottobre scorso ha avuto un’incidenza particolare sui Golden State Warriors: gli effetti sono i continui alti e bassi tra i risultati della stagione regolare di squadra (secondo peggior record in trasferta della NBA con 11-30), ma anche individuali. Probabilmente a risentirne è stato in primis Jordan Poole, autore di una stagione tutt’altro che indimenticabile, ma di cui gli Warriors si sono fidati per il futuro offrendogli un rinnovo da 140 milioni in 4 anni.
Probabilmente a febbraio ho ricominciato a sentirmi di nuovo me stesso. Ma è stato cinque mesi dopo dall’inizio della stagione regolare, a quel punto la squadra si è già formata, hai già stabilito le tue abitudini. Puoi provare a correggerle, puoi migliorare un po’, ma non a livello di una squadra che lotta per il campionato. Avrei anche potuto aiutare Jordan [Poole, ndr] nei momenti in cui ha fatto fatica
Draymond Green, via ESPN
Leggendo tra le righe, c’è forse del risentimento da parte di Green, leader emotivo di GSW. Se avesse gestito il tutto in maniera diversa, probabilmente si starebbe parlando ancora di una Golden State candidata al titolo.
Fatto sta che adesso Green e GSW pensano al futuro immediato: da entrambe le parti c’è la volontà di continuare insieme per provare a vincere ancora lasciando alle spalle – senza dimenticare – quello che è successo per correre nuovamente verso il titolo.