Il futuro dei Celtics passa da Tatum e Brown
Nonostante l’eliminazione contro gli Heat, Boston ha dimostrato di essere (quasi) pronta a vincere l’anello
Zero vittorie, 150 sconfitte: questo era il record che attendeva i Boston Celtics dopo aver perso (anche male, di 26 punti) Gara 3 delle Finali di Conference; nonostante ciò, tra tutti i tentativi di rimonta fatti nella Storia della NBA, questo è sicuramente sembrato uno dei più credibili, soprattutto grazie allo straordinario talento del roster dei verdi.
Intendiamoci, a livello di giocatori Boston era, è e rimarrà più forte di Miami (e di chiunque altro ad Est, al pari dei Bucks) ed è stato proprio questo fattore a permettergli di pareggiare sul 3-3 la serie.
Infatti va detto che i ragazzi di coach Joe Mazzulla in attacco hanno vinto le partite giocando anarchicamente, senza alcun tipo di schema efficace di fondo, puntando soprattutto a scommettere sulle loro percentuali dall’arco e sugli isolamenti delle individualità.
Questo porterà verosimilmente ad un avvicendamento in panchina, dato che gli allenatori ottimi sul mercato ad oggi non mancano (chiedere a Monty Williams), ma basterà per arrivare fino in fondo nei prossimi 1-2 anni?
Una distorsione alla caviglia lo ha virtualmente tolto da Gara 7, ma l’annata dei Celtics ha messo in chiaro una volta per tutte che Jayson Tatum è uno dei migliori 3-4 giocatori al mondo al momento: non c’è nessun altro, tolto probabilmente Giannis Antetokounmpo, che riesca a garantire 30 punti a serata e una fase difensiva di così alto livello; poi è vero, a volte gli capita di esagerare con l’incoscienza nel forzare certi tiri, soprattutto nei finali di partita, ma il ragazzo ha pur sempre 25 anni e crescerà ancora, senza alcun dubbio: il volto presente e futuro della Boston cestistica è lui.
Per la franchigia sarà fondamentale rinnovare Brown, è parte del nostro nucleo per il nostro presente e futuro
Jayson Tatum su Jaylen Brown
Accanto a lui, un gradino sotto, c’è Jaylen Brown, secondo violino designato, che in questa post season ha però faticato più del previsto:
sempre all’ombra di JT, non è mai riuscito ad emergere come leader della squadra, anche quando, come ieri sera, il numero 0 si è trovato in difficoltà.
Da un lato è positivo che un altro super talento come Brown abbia accettato di non essere l’elemento principale della squadra, ma dall’altro parliamo comunque di un tipo di giocatore che richiederebbe spesso la gestione dei possessi (ma in tal senso ha l’obbligo di ridurre le palle perse che produce) per essere una costante in attacco.
In questo senso, circondarlo con 2-3 portatori di palla non lo aiuta: nel primo quintetto trova Tatum, Marcus Smart e Derrick White, mentre nel secondo c’è comunque Malcolm Brogdon al posto del numero 0 oltre agli altri due a fare da playmaker: troppi giocatori per permettere ad uno come Jaylen Brown di restare in ritmo nei 48 minuti.
Inoltre il rinnovo di Jaylen Brown è potenzialmente di 300 milioni di dollari e bisognerà verosimilmente darglieli affinché rimanga ai Celtics, ma JB in primis dovrà dimostrare di valere l’investimento.
Abbiamo fallito, io in primis ho fallito. Abbiamo deluso tutta la città di Boston
Jaylen Brown
Inoltre sarà fondamentale aggiungere almeno un altro tassello in rotazione, poiché i giocatori in uscita dalla panchina hanno sofferto molto se paragonati a quelli degli avversari nei Playoffs, basti pensare alla serie contro gli Heat, in cui i jolly come Duncan Robinson e la sorpresa Caleb Martin.
In ogni caso gli aggiustamenti da fare per rendere ancora più completo questo roster sono pochi (ma fatti con calma e lucidità), la grande differenza sarà data dalla guida tecnica: con un allenatore più esperto e preparato di Joe Mazzulla non ci sono dubbi che questo core dei Celtics abbia le carte in regola per dominare l’Est per molti anni.