Bradley Beal lascia in macerie gli Washington Wizards

Costringendo la dirigenza ad essere spedito a Phoenix, Beal ha peccato di riconoscenza verso la franchigia che lo ha lanciato

Kristaps Porzingis in maglia Wizards

Onestamente poche volte ho visto una situazione simile nella pallacanestro a stelle e strisce, e ciò che è accaduto ieri con la trade Bradley Beal, dimostra ancora una volta che in NBA ormai comandano solo i giocatori.

Washington esce a pezzi dopo questa trade, svendendo di fatto un all-star per un giocatore a fine corsa, un buon tiratore e poco altro. Il lato mercenario di Bradley Beal esce ancora una volta alla ribalta. La guardia infatti, approfittando della no-trade clause, ha costretto di fatto gli Wizards a spedirlo nell’unica franchigia che non aveva alcun tipo di asset in cambio.

Dopo essersi garantito un faraonico rinnovo la passata stagione, che lo sistemerà probabilmente per la vita, e dopo aver giurato amore eterno a Washington, il prodotto di Florida ha tradito tutti salutando quella squadra che lo ha lanciato nel mondo dei grandi.

Il non ricevere neanche una scelta futura al primo giro fa onestamente ridere, soprattutto considerando il fatto che, pochi giorni prima, era uscita fuori un’offerta da parte dei Miami Heat ben più vantaggiosa (Kyle Lowry, Duncan Robinson e diverse prime scelte). Ma Beal ha scelto la comfort zone, andando a finire in una squadra che già dispone di due super star assolute come Kevin Durant e Devin Booker.

Per i capitolini adesso è il vuoto più totale, potendo disporre solamente della nona scelta all’attuale draft (probabilmente sceglieranno uno tra Anthony Black e Keyontae George). L’unica soluzione potrebbe adesso essere ricavare qualcosa dalla probabile uscita di Kristaps Porzingis. Il lungo lettone eserciterà probabilmente la player-option nel suo contratto, e così i Wizards avrebbero 9 mesi di tempo per scambiarlo. Proprio in questi giorni si è parlato di un interessamento da parte dei Portland Trail-Blazers, disposti a sacrificare la loro terza scelta assoluta (e quindi, di fatto, uno tra Scoot Henderson e Brandon Miller).

Sarebbe una follia a mio avviso, ma Washington potrebbe approfittare dell’incoscienza di Portland per iniziare a ricostruire. Si chiude dunque definitivamente un’era nella capitale, che saluta quel giocatore che, insieme a John Wall, ha contribuito a rilanciare la franchigia nelle passate stagioni.

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