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Stephen A risponde alle critiche di Starks su LeBron James

L’analista di ESPN risponde a Starks, convinto che LeBron abbia “sporcato” la sua legacy andando alla ricerca dei superteam

Ci sono pochi giocatori della storia NBA, pochissimi, che a fine carriera hanno lasciato – tra quelli già ritirati – ai loro successi una legacy come quella che lascerà LeBron, quando appenderà le scarpette al chiodo.

Nonostante sia il volto della NBA da una quindicina di anni, James non sarà ricordato come la bandiera di una squadra in particolare. Coi Cavs ha debuttato nella Lega, ha perso tanto, ma ha vinto il titolo NBA 2016 dopo essere stato in svantaggio per 3-1 contro i Warriors: il più incredibile della storia del gioco.

Ha riportato i Miami Heat in vetta per due anni di fila, vincendo alla corte di Pat Riley il suo primo anello; ai Lakers ha riconsegnato un titolo che mancava da 10 anni e nell’ultima stagione è diventato il Miglior Marcatore di tutti i tempi.

Stai parlando di uno dei migliori 2/3 giocatori della storia. La gente non ti prende seriamente. Il suo punto di vista non è del tutto scorretto. LeBron ha cambiato più squadre ma questo non influenza il mio pensiero su di lui. È stato a Cleveland, Miami e Los Angeles al 21° anno è in condizione più di chiunque altro nella sua squadra. Non c’è nulla da dire su LeBron James

Stephen A. Smith

Stephen A. Smith si è espresso con queste parole a sostegno di KingJames dopo aver ascoltato quelle di John Starks, ex giocatore dei New York Knicks, che ha criticato l’attuale veterano dei Lakers: cambiare più volte squadra alla ricerca di una superteam è un punto a sfavore per la carriera di James.

LeBron sta intaccando la sua legacy continuando a cambiare squadra e questo aspetto influenzerà il dibattito del GOAT tra lui e Michael Jordan. Mike non ha voluto spostarsi, voleva giocare contro i migliori. Sentiva che non aveva il bisogno di andare a cercare i giocatori più forti per battere i migliori, perché sapeva di esserlo

John Starks, via Brandon “Scoop B” Robinson

Quello di Starks è un legittimo punto di vista. LeBron, dopo aver lasciato Cleveland per la prima volta nel 2010, ha sempre collaborato con compagni di alto profilo. Dwyane Wade e Chris Bosh agli Heat, Kyrie Irving e Kevin Love ai Cavaliers e Anthony Davis ai Lakers.

Ma James ha vinto in tutte le città che ha rappresentato: una cosa che pochi sono riusciti a dimostrare nella storia della NBA. Non sarà ricordato come Michael Jordan, che ha vinto tutti i suoi 6 anelli NBA con i Chicago Bulls, o come Dirk Nowitzki e Kobe Bryant per aver indossato sempre e solo la maglia di un’unica squadra, vincendo anche, chi più e chi meno, titoli NBA.

La Legacy del Re, record e statistiche alla mano, rimane una delle più solide della storia della Lega.

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