Ennesima stagione fallimentare per gli Charlotte Hornets?
Non si vede la luce in fondo al tunnel per gli Charlotte Hornets, assenti in post-season ormai da sette anni
Micheal Jordan alla fine si è sbarazzato del carrozzone, ma la nuova dirigenza si è ritrovata a dover gestire una situazione al limite del tragico. In quel di Charlotte sembra davvero non esaurirsi la sfortuna, ed adesso l’ennesimo guaio giudiziario di Miles Bridges, rischia di portare la franchigia ad un punto di non ritorno.
In una terra come il North Carolina, da sempre famosa per il college basketball ma meno per la NBA, gli Hornets non sono mai riusciti a metter in pratica una pallacanestro di alto livello, tranne in rarissimi casi. Dopo l’addio di Kemba Walker ormai 4 anni fa e l’inizio del rebuilding, poco tuttavia sembra essere cambiato, e le voci di dislocamento si fanno sempre più insistenti.
La piazza certo non è attrattiva per i grani free agent, ed in off-season si è fatto il possibile per poter metter a posto un minimo un roster talentuoso ma troppo disfunzionale e, ahimè, purtroppo pieno di teste calde. Tralasciando la situazione Miles Bridges, la cui carriera sembra ormai ai titoli di coda, vi ricorderete anche l’arresto per guida in stato di ebbrezza di James Bouknight qualche mese fa e i recenti deliri social di Kai Jones, che Charlotte si è resa costretta a dover tagliare.
Alla fine quello messo meglio pare esser LaMelo Ball (ed il che è tutto un dire), che naviga da solo nel buio più totale. L’estensione al super max era doverosa, ma il rischio è che, se la situazione non dovesse migliorare, la giovane guardia possa stancarsi e, chissà, magari chiedere la trade. Inoltre io credo, ma spero di sbagliarmi, che LaMelo abbia molti meno margini di miglioramento rispetto anche solo agli altri due talenti in rampa di lancio appena estesi dalle rispettive franchigie, ovvero Tyrese Haliburton ed Anthony Edwards (entrambi della stessa classe draft del numero 1 degli Hornets).
Brandon Miller sarà tutto da valutare, ma la speranza è quella che possa diventare quel lungo atletico e tuttofare da abbinare a Ball. Energia e voglia non gli mancano, soprattutto in attacco, ma si tratta comunque di un rookie, che dovrà abituarsi allo stile di gioco NBA. Al college ad Alabama ha chiuso la stagione con quasi 20 punti di media, tirando con percentuali spaventose soprattutto dall’arco.
I problemi sono due, il primo è il fatto che abbia steccato completamente la March Madness, dimostrandosi poco lucido nelle partite importanti, e questo ha destato un po’ di preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Il secondo è il suo coinvolgimento in un caso di omicidio, dove pare aver fornito l’arma del delitto all’assassino, ovvero un suo ex compagno di squadra al college. Al momento non c’è nulla di serio contro di lui, e Charlotte si augura che la situazione possa risolversi, ma parliamo comunque di qualcosa di molto serio.
Il resto del roster è poco o nulla, tutto composto da giovani di belle speranze ma ancora acerbi, con in più i dispendiosi contratti di Terry Rozier e Gordon Hayward, di cui onestamente fatico a capire il ruolo all’interno della squadra. Il rinnovo di PJ Washington a cifre modiche invece è un buon colpo, per un lungo di certo non così talentuoso ma che garantisce solidità e coinvolge molto spesso i compagni.
Gli Hornets dunque non hanno nulla per provare a fare un salto di qualità ulteriore, ma anzi, sembra che, rispetto a due/tre anni fa, la situazione sia peggiorata. E tutto ciò, per la franchigia che non disputa i play-off da maggior tempo, non fa sicuramente bene. Jordan ha lasciato macerie su macerie, dimostrando tutti i suoi limiti dirigenziali. Lui i soldi li ha guadagnati, ma il futuro per Charlotte appare lacunoso e poco rassicurante.