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Cosa sta succedendo a Victor Wembanyama?

Dopo i 9 punti contro i Clippers, Victor Wembanyama è finito al centro delle critiche. Cosa sta succedendo al giocatore degli Spurs?

La prestazione da 38 punti contro i Phoenix Suns di inizio mese ha illuso un po’ tutti visto che da quel momento Victor ha iniziato a faticare più di quanto ci si aspettasse. I 19 anni si vedono e si sentono: Wembanyama deve lavorare ancora molto e questo continuo ciclo di prestazioni altalenanti non fa altro che accrescere i suoi detrattori.

I San Antonio Spurs, dopo aver iniziato la stagione con 3 vittorie in 5 partite, sono ora a quota 8 sconfitte consecutive. Apparentemente niente di grave per dei ragazzi che devono solamente crescere e possono concedersi altri anni sul fondale della Western Conference, ma non se hai Victor Wembanyama in squadra. I più incoscienti si aspettavano che l’innesto del prospetto più chiacchierato degli ultimi due decenni bastasse per portare una squadra senza scheletro e con delle gravi lacune a competere nella parte alta della classifica, ma ovviamente così non è stato.

Nonostante alcune prestazioni sopra la media, l’inizio di carriera del classe 2004 è stato abbastanza turbolento: 18.6 punti, 9.1 rimbalzi, 2.5 assist e 2.6 stoppate; queste sono le medie di Victor dopo le prime 13 partite in carriera. Di certo non male per un ragazzo al primo anno, ma è vedendo il quadro completo che sorgono le prime perplessità: 42.4% dal campo, 31% fuori dall’area e uno scarso 27% da dietro l’arco. Il rilascio è buono (un eufemismo per uno di 2 metri e 24 centimetri) eppure, per il momento, la tecnica non si sta tramutando in punti segnati.

La retina si muove meno del previsto e uno dei maggiori problemi del francese sembra essere proprio la selezione dei tiri. Si trova spesso in situazioni di 1 contro 1, sia da tre che in post, nelle quali finisce per tirare in testa all’avversario perché sa di poterlo fare, ma non sempre è la scelta giusta, soprattutto in una brutta serata al tiro.

La convivenza con Sochan – improvvisato playmaker dalla visionaria mente di coach Pop – non sta di certo aiutando Wembanyama, che spesso si trova incastrato in un attacco stagnante, bloccato, non in grado di creare delle ricezioni dinamiche, cosa che invece aumenterebbe sicuramente l’impatto di un giocatore come lui. Per fare un esempio: gli Spurs senza Jeremy Sochan in campo ma con Tre Jones e Wembanyama nello stesso quintetto producono +12.6 punti ogni 100 possessi rispetto al quintetto base.

38 punti alla quinta partita in carriera? Meglio di Lebron al primo anno. 8 stoppate in 30 minuti? Eh beh ma è alto, tanto alto. Solo 9 punti contro la settima miglior difesa della NBA? Ecco un altro Anthony Bennett

Le verità è che in entrambi i casi le reazioni dovrebbero essere più contenute e soprattutto contestualizzate. Wembanyama sta facendo fatica come è normale che sia, soprattutto in una delle squadre peggiori della NBA in cui gli ingranaggi non girano come dovrebbero.

Le aspettative che ha sulle spalle da circa due anni, in un periodo storico in cui i social rispecchiano l’opinione pubblica e danno voce a chiunque, sono davvero soffocanti. Dovremmo dare il tempo ad un 19enne di crescere ed esprimersi completamente prima di dare inutili giudizi affrettati, che spesso finiscono solo col danneggiare un giocatore così giovane.

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