Gilbert Arenas: “La NBA ha aiutato i giocatori europei”
Gilbert Arenas accusa apertamente la NBA di aver reso la lega più soft per favorire l’inserimento dei giocatori europei
Gilbert Arenas torna a far discutere con alcune opinioni personali espresse nell’ultimo episodio del suo Podcast Gil’S Arena.
Questa volta a finire nel mirino delle sue critiche è il sistema stesso della NBA che, a suo dire, nel corso degli ultimi anni ha reso più soft il proprio regolamento per favorire maggiormente l’inserimento dei giocatori europei, andando così ad impattare negativamente sui giocatori americani.
L’NBA ha tolto l’aggressività. Hanno tolto l’aggressività per aprire all’Eurolega. Quando hanno iniziato ad arrivare qui (i giocatori europei), era troppo dura per loro, non ce la facevano. Alla fine, hanno ammorbidito le regole. Non l’hanno fatto per gli americani. Hanno ammorbidito le regole per aprire ai giocatori internazionali
Gilbert Arenas
Agent Zero non le manda a dire e si lancia in questa aperta protesta contro il nuovo regolamento NBA, ma sarà effettivamente così? Davvero la lega ha avviato questa trasformazione soft in favore delle stelle provenienti dal vecchio continente? Arenas non è nuovo a certe dichiarazioni polemiche contro l’attuale classe di giocatori che militano in NBA.
Senza dubbio però non si può negare un netto cambiamento di tendenza nel discorso falli effettuato dai piani alti, che nel corso degli ultimi anni ha favorito notevolmente gli attacchi e penalizzato severamente le difese.
Tuttavia, a giovare di ciò non sono stati sicuramente solo i giocatori europei, anzi molte All Star made in USA hanno sapientemente imparato a lucrare su determinate situazioni per raccogliere più fischi a favore e più giri in lunetta, basti pensare ad abili ball handler come Trae Young o James Harden.
Attualmente guardando alla classifica dei dieci giocatori che hanno tentato più tiri liberi nella stagione corrente solo i primi due, Giannis Antetokounmpo e Luka Doncic, risultano essere europei, con una citazione necessaria al campione NBA in carica e due volte MVP, Nikola Jokic, che troviamo solo in ventiquattresima posizione.
L’accusa di aver instillato una mentalità eccessivamente soft all’interno della lega non tiene conto di svariate dinamiche sistemiche che si sono evolute all’interno del sistema NBA a partire dagli anni ’90. Partendo dall’aspetto meramente economico: la NBA è un prodotto popolare, da vendere alle famiglie.
Un dettaglio non di poco conto se lo si rapporta a certi eccessi di violenza che si sono fatti largo sul parquet negli anni precedenti al 2000 e che al giorno d’oggi finirebbero inevitabilmente per minarne la vendibilità e l’immagine mediatica.
Passando al profilo sportivo, la diffusione a macchia di leopardo del talento cestistico, nettamente più elevata rispetto al panorama degli anni ’90, ha fatto sì che inevitabilmente le regole dovessero adattarsi al nuovo modo di giocare la pallacanestro.
Quando si dice che gli europei domineranno la lega nei prossimi cinque anni, perché lo si dice? Più tiri da tre, passaggi, tagli. Questo non è la nostra NBA, questo non è lo stile americano, questo è lo stile europeo. Entra, attira la difesa, passa la palla alla linea dei tre punti
Gilbert Arenas
La seconda parte del pensiero di Arenas non relaziona esattamente con la realtà dei fatti. A cambiare il modo di giocare della lega, prima della Euro Invasion, è stata l’esplosione di Steph Curry e la dinastia dei Golden State Warriors.
Gli allenatori cresciuti in Europa hanno sempre cercato di dare una maggiore attenzione all’aspetto tattico e al gioco di squadra, ma è con la maturazione di Steph Curry e la sublimazione del suo talento da tiratore che la NBA ha cambiato stile. La pioggia di triple a cui gli Splash Brothers sottoponevano gli avversari ed il peso specifico di un tiro capace di portare sempre un punto in più rispetto a quelli nel pitturato, ha portato ad una evoluzione che non è né europea né americana, semplicemente era inevitabile.
La NBA non rimane mai ferma e non a caso il regolamento ha subito svariati cambiamenti nel corso degli ultimi anni, nel tentativo di riuscire a trovare un giusto equilibrio che potesse garantire una giusta sicurezza agli attaccanti ed un corretto metro di giudizio per i difensori.
Attualmente questo equilibrio non sembra essere stato trovato, ma non ci sono dubbi sul fatto che Adam Silver stia tenendo d’occhio la situazione, pronto ad intervenire.