Sappiamo già chi vincerà il Titolo NBA 2024
Precedenti, statistiche e percentuali per dare una risposta univoca alla domanda che tutti si pongono da inizio stagione
Ogni anno milioni di tifosi, appassionati e soprattutto bookmakers cercano di prevedere con anticipo quale squadra vincerà il campionato.
Per quanto le vittorie in stagione e la presenza o meno di superstar possano essere una buona indicazione del successo che attenderà una data squadra anche ai Playoff NBA, il basket non è certo una scienza esatta.
Infortuni, episodi extra-campo, decisioni arbitrali, tiri che escono di pochi millimetri… tutto modifica e indirizza inesorabilmente il destino di ogni singolo campionato da una parte o dall’altra.
Ma esiste comunque un metodo abbastanza efficace per prevedere chi vincerà: i numeri.
In questo articolo cercheremo di analizzare precedenti, statistiche e percentuali per dare una risposta univoca alla domanda che tutti si pongono da inizio stagione: “Chi vincerà il Titolo NBA 2024?“
Top 6 record
Nelle ultime 25 stagioni, 24 volte la squadra vincitrice del Titolo era tra le prime 6 squadre per quanto riguarda il record stagionale. L’unica eccezione sono i Milwaukee Bucks del 2021, che terminarono la regular season col il settimo miglior record della NBA.
Dominare la regular season sembra essere un requisito quasi essenziale per vincere il Larry O’Brien Trophy.
Quest’anno le prime 6 squadre in NBA sono i Celtics (64-18), i Thunder (57-25), i Nuggets (57-25), i Timberwolves (56-26), i Clippers (51-31) e sia Knicks che Mavericks a pari merito (50-32).
Simple Rating System
Il “Simple Rating System” o “SRS” è una media che viene calcolata in base al margine di vittoria di una squadra rispetto alla sua strenght of schedule. O più semplicemente: è un numero che ci indica quanto è forte una squadra rispetto agli avversari che affronta.
Anche qui nelle ultime 25 stagioni, in 24 di queste la squadra vincitrice del Titolo era tra le prime 6 per quanto riguarda il Simple Rating System. L’unica eccezione furono i fantastici Dallas Mavericks del 2011 guidati da Dirk Nowitzki – considerato da molti come il titolo più difficile della storia.
Le prime 6 squadre di questa stagione in base al SRS sono: Celtics (10.75), Thunder (7.36), Timberwolves (6.39), Nuggets (5.23), Pelicans (4.46) e Knicks (4.36).
Margin of victory
Simile all’SRS, ma più semplice da calcolare, è il “margin of victory”(margine di vittoria). Si tratta semplicemente della differenza media tra i punti segnati e i punti subiti dalla squadra nel corso di tutta la stagione.
Algebricamente semplice da ottenere, ma molto utile per classificare le squadre che più hanno dominato durante la regular season – che come abbiamo già visto ha una stretta correlazione con il successo ai Playoff.
Le 6 migliori squadre per quanto riguarda il MOV sono esattamente le stesse di prima (vista la relazione diretta tra margine di vittoria e SRS) ovvero: Celtics (11.34), Thunder (7.41), Timberwolves (6.45), Nuggets (5.26), Knicks (4.59) e Pelicans (4.41).
Playoff experience
Nello studio delle squadre che hanno vinto il Titolo in passato, si è notato che il fattore più collegato al successo di una data squadra – oltre alla classifica della stagione regolare – è proprio l’esperienza ai Playoff.
Le sette squadre candidate – che abbiamo trovato nella top 6 in almeno 1 delle 3 categorie precedenti – sono Celtics, Nuggets, Clippers, Thunder, Timberwolves, Knicks e Mavericks.
Vediamo ora qual è il loro pedigree ai Playoff, sommando le partite giocate in carriera nella post-season dai primi 8 uomini della rotazione.
Squadra | Partite totali giocate ai Playoff |
Los Angeles Clippers | 715 |
Boston Celtics | 560 |
Denver Nuggets | 359 |
Minnesota Timberwolves | 227 |
Dallas Mavericks | 205 |
New York Knicks | 141 |
Oklahoma City Thunder | 30 |
Non era difficile prevedere che in cima alla classifica ci fossero proprio i Clippers: Westbrook, Kawhi, Paul George e Harden hanno tutti giocato più di 100 partite ai Playoff. Esperienza che molto spesso significa, però, anche vecchiaia, visto che sono la squadra con l’età media più alta dell’intera lega: ben 29.1 anni.
In fondo alla classifica – e anche qui era abbastanza prevedibile – troviamo il giovanissimo roster dei Thunder. Il secondo in tutta la NBA per età media (23.8 anni) e il primo nella storia a terminare la stagione da primo seed sotto ai 25 anni.
And the winner is…
Le squadre rimaste ancora in corsa – comparse in tutte e tre le categorie (SRS, MOV, Top 6) – sono solamente 5: Celtics, Nuggets, Thunder, Knicks e Timberwolves.
I Knicks hanno giocato un’ottima stagione, soprattutto dopo l’arrivo di OG Anunoby che ha completamente ristabilito l’equilibrio difensivo e le ambizioni della squadra in soli 4 mesi, ma è difficile credere che arriveranno in finale vista l’assenza di un pezzo fondamentale come Julius Randle e la presenza di altre squadre molto attrezzate a Est – fra tutti Bucks e Celtics.
I Timberwolves sono una squadra tosta, con le idee chiare e che vanta la miglior difesa del campionato, ma anche qui sarà difficile vederli uscire da una conference complicatissima come la Western. Anthony Edwards dovrà trascinare la squadra soprattutto in attacco mentre già in passato sia Towns che Gobert si sono rivelati dei pessimi giocatori ai Playoff. Sarà sicuramente una squadra dura da affrontare per chiunque, ma credo che i limiti – soprattutto offensivi – di questa squadra verranno messi in luce ai Playoff (i bookmakers danno addirittura i Suns come vincenti al primo turno).
I Thunder sono una squadra completa, ben allenata e guidata da un candidato MVP come Shai Gilgeous-Alexander. Nonostante il primo posto conquistato ad Ovest, è davvero molto difficile pensare che possano arrivare fino in fondo con così poca esperienza e con un centro che soffrirà molto la fisicità dei suoi pari ruolo ai Playoff.
Rimangono ora solo Denver Nuggets e Boston Celtics.
In stagione i precedenti sono stati due, entrambi vinti da Denver. C’è da dire che entrambe le partite sono state in bilico fino alla sirena finale, ma in nessuna occasione i Celtics sono sembrati la squadra più unita e convinta, soprattutto nei momenti in cui il pallone pesava di più. Jayson Tatum ha tirato con un atroce 14/37 (37.8%) dal campo complessivo nelle due sfide, sbagliando sistematicamente i tiri che avrebbero dato il vantaggio ai suoi.
L’assenza di un vero e proprio leader sembra essere l’unica lacuna di questa squadra, che in stagione regolare ha chiuso al primo posto senza nemmeno sudare. Una vera corazzata, con una star (o quasi) in tutti e 5 i ruoli, ma che pecca di un leader. Un go-to-guy, come dicono dall’altra parte dell’oceano. Un giocatore a cui affidare il pallone quando scotta.
Tatum è senza dubbio un fenomeno, un giocatore dal talento e dalla tecnica spaventosa, ma troppo spesso è sembrato mancare del cosiddetto killer instinct – a parte rare occasioni come i 51 punti in gara 7 contro i Sixers.
Dall’altra parte, invece, il gioco a due Murray-Jokic è sembrato essere davvero troppo per la difesa di Boston e in stagione i Denver Nuggets sono stati la miglior squadra nel clutch: primi per Net Rating (+24.5!!), secondi per difesa (98.2 Defensive Rating) e secondi per efficienza offensiva (64.2 EFG%).
I Celtics sono probabilmente l’unica squadra in grado di vincere 4 partite in una serie al meglio delle sette contro questi Nuggets, ma ci sono ancora troppe domande a cui lo staff di coach Mazzulla deve rispondere. Il pick-n-pop con Porzingis è sembrato il miglior modo per attaccare la difesa di Denver, costringendo Jokic a giocare sul perimetro per sfruttare la sua bassa mobilità, mentre il rebus offensivo della squadra di Mike Malone è ancora lontano dall’essere risolto.
E così, tutte le statistiche e i precedenti ci spingono a pensare che saranno nuovamente i Denver Nuggets ad alzare il Larry O’Brien Trophy quest’anno.