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Continua la battaglia tra Warriors e Rockets

Bellissimo botta e risposta tra Warriors e Rockets, con i ragazzi di Udoka che si tengono ad una sola win di distanza

L’ultimo grande tema di questa regular season riguarda il decimo posto che vale il Play In a Ovest, al momento occupato dai Golden State Warriors, ma con i nuovi Houston Rockets di Ime Udoka che non mollano la presa, rispondendo colpo su colpo.

Nella serata di Charlotte, GSW ha ottenuto una comodissima vittoria sul campo dei tragicomici Hornets, nonostante l’assenza, per un infortunio avuto nel riscaldamento, di Klay Thompson e del già annunciato Kuminga.

Ai soliti 23 di Curry si aggiungono i 20 punti (con 8 rimbalzi e 8 assist) di un ritrovato Andrew Wiggins e soprattutto i 18 di Trayce Jackson-Davis, che somiglia sempre di più al centro ideale di questa squadra.
Rispetto al ben più compassato Draymond Green, il rookie ha decisamente un altro passo nei pick&roll, con la freschezza della gioventù ad assisterlo in giocate spettacolari ai due lati del campo, oltre a garantire un quantitativo di punti a referto decisamente superiore.

Lato Rockets, nel Delta Center di Salt Lake City è arrivata l’undicesima vittoria consecutiva, probabilmente la più sofferta. Contro dei Jazz già abbondantemente in ferie, ha fatto ancora una volta gli straordinari Jalen Green: 34 punti, 9 rimbalzi e 6 assist, per un giocatore che fino a 10 partite fa faticava terribilmente ad azzeccare due serate in fila, ma che adesso appare infermabile.

La nascita del figlio, nonostante una situazione familiare quantomeno singolare, ha dato al 22enne nuova linfa e stabilità mentale, per sua stessa ammissione.

Accanto a lui hanno fatto molto bene Fred Vanvleet, 22 e 6 assist (con anche il canestro decisivo a 15 secondi dalla fine) e Amen Thompson, rookie nato playmaker e finito a giocare da ala grande, con risultati sorprendenti: 18 punti, 14 rimbalzi (ben 8 offensivi) e 5 assist per lui, che ha approfittato abilmente dei buchi lasciati da un John Collins difensivamente impresentabile per pasteggiare comodamente nell’area dei Jazz.

Dando una rapida occhiata al calendario, gli Warriors se la passano piuttosto bene, mentre i Rockets sono attesi da una manciata di partite da incubo, che rischia seriamente di mettere fine alle loro speranze di post season: Mavs, Timberwolves, lo scontro diretto contro Golden State, Miami, ancora Dallas e i ruvidissimi Magic.

Sembra facilmente intuibile che Houston perderà terreno nonostante le 11 vittorie consecutive, ma il problema vero di questa squadra è che i danni erano già stati fatti in precedenza, iniziando a giocare decisamente troppo tardi: con un quintetto così (soprattutto pre-infortunio di Sengun), sarebbe stato forse lecito attendersi qualcosa di più, ma siamo certi che il prossimo anno li ritroveremo protagonisti ad Ovest.

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