Miglior Rookie? La statistica che incorona Chet Holmgren
Chet Holmgren è numericamente il miglior rookie degli ultimi 5 anni per quanto riguarda la statistica relativa al Synergy Player Impact
Dopo un anno intero passato ai box per un grave infortunio al piede destro, Chet Holmgren ha disputato la sua prima stagione in NBA con la canotta degli Oklahoma City Thunder, da vero fenomeno generazionale. Il numero 7 infatti, ha confermato sul campo di essere uno dei migliori giovani prospetti della Lega, dietro solamente all’unicorno che risponde al nome di Victor Wembanyama.
Contro ogni pronostico, il centro ex Gonzaga University ha giocato addirittura tutte le 82 partite di regular season, ad una media di 29.4′ per gara. Il classe 2002 ha chiuso la sua prima esperienza da professionista in NBA con 16.5 punti, 7.9 rimbalzi, 2.4 assist e 2.3 stoppate di media a partita, trascinando la sua squadra alla prima posizione della Western Conference.
Crumpled Jumper ha calcolato matematicamente l’impatto che Chet Holmgren ha avuto in questa stagione, mediante la Synergy Player Impact (SPI), giungendo alla conclusione che si tratta della migliore tra i rookies nelle ultime 5 annate; il 21enne infatti, presenta un differenziale pari a +4.4, con 235 punti totali. Nel 2023/24, figurano nella top 10 anche le prestazioni di Wemby, Podziemski e Jaquez Jr.
Nonostante sia Shai Gilgeous-Alexander la vera e propria superstar conclamata, come dimostrano i numeri da MVP che ha messo insieme quest’anno, non bisogna sottovalutare l’importanza di Holmgren nel rettangolo di gioco, specialmente all’interno del pitturato. Difensivamente parlando, la sua sola presenza in campo ha permesso a coach Daigneault di costruire un sistema nel quale Chet funge da ancora.
Il salto di qualità che hanno fatto i Thunder nel giro di una stagione passa ovviamente per le mani del lungo da Minnesota, il quale è già a tutti gli effetti l’ago della bilancia della franchigia. Egli sicuramente non vincerà il premio di ROTY, tuttavia cercherà in ogni modo possibile di condurre Oklahoma City il più lontano possibile ai Playoff NBA, potendo vantare anche del fattore campo fin dal primissimo turno.