Hot take, episodio 3: Doc Rivers non deve più allenare in NBA
Terzo episodio della rubrica targata Dunkest: Oggi parleremo di un argomento di grande attualità riguardante coach Doc Rivers
Dopo aver concluso anzitempo la scorsa stagione sulla panchina dei Milwaukee Bucks, eliminati al primo turno dei Playoff dagli Indiana Pacers, le prospettive sul futuro di Doc Rivers in NBA si sono fatte più incerte che mai. Si tratta infatti, dell’ennesima uscita prematura per una squadra allenata dall’ex campione NBA.
L’ennesimo fallimento sportivo di Doc Rivers dovrebbe far riflettere sul suo reale valore attuale, dato lo scarso apporto tecnico-tattico che ha offerto all’NBA negli ultimi anni.
Oggi cercherò di spiegare, in maniera concisa, perché penso che non dovrebbe più allenare nel campionato americano. In primo luogo, mi occuperò di analizzare a grandi linee la carriera da head coach di Doc Rivers, concentrandomi principalmente sulle sue stagioni da capo allenatore tra Magic, Celtics, Clippers, Sixers e appunto Bucks. Ci tengo a precisare che il padre di Austin è stato assolutamente un buon allenatore in passato, perciò le mie critiche sono volte esclusivamente ad esaminare alcuni aspetti specifici, come vedremo più avanti.
La carriera da Head Coach di Doc Rivers
A partire dal 1999, gli Orlando Magic decisero di affidare a Doc Rivers la panchina della squadra, dopo aver ceduto Shaquille O’Neal ai Los Angeles Lakers. Nel complesso, la sua avventura in Florida può ritenersi abbastanza positiva, in quanto ha condotto la franchigia a tre apparizioni ai Playoff in poco più di quattro stagioni, nonostante non avesse un roster di primo livello, soprattutto al primo anno, dove vinse persino il premio di Coach of the Year.
Fino al suo trasferimento a Boston, Doc non riuscì mai a superare il primo turno di Playoff, così come successe pure al debutto nel Massachusetts, dove venne sconfitto nuovamente al primo ostacolo. Gli anni successivi furono ancora peggiori, poiché i Celtics non raggiunsero nemmeno la postseason, a causa dei record di squadra piuttosto bassi; tuttavia, la svolta arrivò nel 2007, grazie alla trade che portò Kevin Garnett alla corte di Rivers.
Da quel momento in poi, Boston fu in grado di raggiungere per ben 2 volte le NBA Finals, vincendo nel 2008 contro i Los Angeles Lakers e perdendo contro gli stessi nel 2010. La parentesi di Doc Rivers ai Celtics terminò dopo nove anni di alti e bassi, dopodiché i Los Angeles Clippers fecero carte false per accaparrarselo, tanto che nel 2013 essi acconsentirono ad uno scambio che prevedeva l’invio di una prima scelta in cambio del coach.
Prima di continuare la cronistoria della carriera di Rivers, è necessario approfondire un punto focale, ovvero il fatto che Doc ha subito una quantità ingente di rimonte da situazioni di netto vantaggio: 4-3 contro i Pistons nel 2003, dopodiché contro i Magic nel 2009, o ancora contro i Lakers nel 2010 e infine contro gli Heat nel 2012. Giunti al momento che conta infatti, le squadre allenate da Rivers si sono quasi sempre sciolte come neve al sole.
Esse hanno dimostrato a più riprese delle mancanze dal punto di vista mentale, che coincidono con un’incapacità di base da parte di Doc Rivers di attuare degli accorgimenti validi ed efficaci al piano partita. Paradossalmente, egli ha saputo quasi far rendere meglio la propria squadra quando la stessa partiva come outsider, ossia non era conclamata di diritto come una delle favorite alle vittoria finale del Titolo NBA.
Gli anni ai Clippers e ai Sixers
Durante i sette anni passati ai Clippers, Rivers conquista la bellezza di 6 qualificazioni ai Playoff, tuttavia viene sbattuto fuori ogni volta in maniera rovinosa dalle altre Contender. Nel corso della sua permanenza nella città degli angeli, Doc diventa il primo coach della storia della NBA a subire tre eliminazioni in postseason dopo essere stato avanti per 3-1, continuando a macinare delusioni cocenti una dopo l’altra.
La parabola discendente della carriera di Rivers culmina a tutti gli effetti col suo passaggio a Philadelphia. Coi Sixers infatti, egli ha collezionato tre uscite consecutive alle semifinali di Conference ad Est, prima di essere licenziato ufficialmente al termine della stagione 2022-23. In generale, Doc Rivers ha perso dieci Gare 7 negli ultimi 20 anni, ma è stato inserito ugualmente nella lista dei 15 migliori capo allenatori NBA di tutti i tempi, a mio parere in modo quasi inspiegabile.
L’era Rivers in NBA è arrivata al termine. Personalmente, sono giunto a tale conclusione sia per i risultati in sé che ha conseguito negli ultimi anni, ma anche perché non è più adatto ad occuparsi di una franchigia in fase di costruzione o di una squadra che punta al Titolo NBA. Dall’altra parte però, è anche vero Doc ha saputo instaurare dei rapporti con la maggior parte dei suoi giocatori, lasciando loro una certa libertà in campo, per questo è davvero ancora tanto apprezzato nella Lega.