Wojnarowski contro le accuse a LeBron James e a Bronny

La scelta di Bronny James al Draft 2024 è un altro caso di nepotismo? Wojnarowski si scaglia contro le accuse alla famiglia James e ai Lakers

USA TODAY Bronny James e LeBron James

Un affare di famiglia creato da LeBron James in persona. È questa la critica più comune che ha raccolto la famiglia James dopo la selezione al Draft di Bronny con la 55a chiamata da parte dei Los Angeles Lakers.

Bronny si è mostrato entusiasta, Rob Pelinka ha elogiato le sue qualità e alcune delle superstar NBA, come Chris Paul, si sono congratulate con il figlio di LeBron. In molti però l’hanno preso di mira, additando Bronny come un “raccomandato” spinto dal suo agente Rich Paul e soprattutto dal padre che indossa la maglia #23 di LA.

Non voglio sentire parlare di nepotismo. La NBA ne è piena: le proprietà, gli uffici dei front office, i coaching staff. Non voglio sentire questo genere di critiche all’improvviso che il padre di Bronny gioca per i Lakers

Adrian Wojnarowski

Anche Adrian Wojnarowski ha una critica che però non è rivolta a James e al figlio ma al mondo dei social. L’insider di ESPN, rispondendo al giudizio di migliaia di utenti sui social, pone l’attenzione sul fatto che in NBA non è una novità che membri della stessa famiglia si ritrovino a lavorare nella stessa franchigia.

I New York Knicks ne sono una dimostrazione. Leon Rose è l’agente di Jalen Brunson, lo stesso del padre che ha cominciato a lavorare nel coaching staff di NY dopo la firma che ha portato la point guard dai Mavs ai Knicks.

Scusatemi ma adesso mi devo congratulare con Leon Rose, che era l’agente di Rick Brunson, l’assistente dei Knicks e padre di Jalen Brunson, il cui padrino è Leon Rose e il cui agente è Sara Rose

Adrian Wojnarowski

Le accuse a Bronny, scelto al Draft dai Lakers nonostante i suoi 4.7 punti nell’unica stagione a USC, continueranno senza dubbio. Ora sta a LeBron Jr. dimostrare che la chiamata dei Lakers non è stato un caso di “nepotismo”.

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