Il “maledetto” Draft NBA del 1986

Il Draft NBA del 1986 è passato alla storia per le enormi tragedie che hanno colpito molti dei suoi protagonisti, da Len Bias a Drazen Petrovic

Len Bias NBA

Il Draft NBA del 1986 è spesso ricordato come uno dei più sfortunati della storia, guadagnandosi il soprannome di “maledetto” a causa delle numerose tragedie che hanno colpito molti dei giocatori selezionati.

Uno dei casi più noti è quello di Len Bias, chiamato dai Boston Celtics come seconda scelta assoluta. Due giorni dopo il draft, Bias morì tragicamente a causa di un’overdose di cocaina. La sua morte fu un duro colpo per i Celtics e per la NBA, poiché Bias era considerato uno dei talenti più promettenti e il suo arrivo era atteso con grande entusiasmo.

Anche altri giocatori di quel draft vissero carriere segnate da problemi e controversie. Chris Washburn, terza scelta assoluta dai Golden State Warriors, ebbe una carriera breve e deludente a causa di problemi legati all’abuso di sostanze.

Roy Tarpley, settima scelta assoluta dei Dallas Mavericks, mostrò inizialmente grande talento, ma la sua carriera fu compromessa da problemi di dipendenza che portarono alla sua espulsione a vita dalla NBA. William Bedford, sesta scelta dei Phoenix Suns, affrontò anch’egli difficoltà legate all’abuso di sostanze e problemi personali.

Un altro grande nome del Draft del 1986 è Drazen Petrovic, selezionato dai Portland Trail Blazers con la 60esima scelta assoluta. Il “Mozart dei canestri” trovò inizialmente difficile affermarsi nella NBA, ma riuscì a brillare con i New Jersey Nets, dove mise in mostra tutto il suo infinito talento.

La sua carriera fu però tragicamente interrotta il 7 giugno 1993, quando morì in un incidente stradale in Germania all’età di 28 anni. Nonostante la sua carriera breve, Petrović è ricordato come uno dei pionieri del basket europeo e fu introdotto postumo nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame nel 2002.

Le sventure e le tragedie che hanno segnato il Draft NBA del 1986 hanno conferito a quell’anno una reputazione di “maledetto”, rendendolo un capitolo triste e complesso nella storia della NBA.

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