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Hot take, episodio 6: Robert Horry è il role player più decisivo della storia NBA

Sesto episodio. Oggi parleremo della carriera del giocatore di ruolo più determinante di sempre in NBA: Robert “Big Shot Rob” Horry.

Se dovessimo riassumere in poche parole la carriera di Robert Horry, ci basterebbe citare il suo iconico soprannome: Big Shot Rob. Tale nickname rimanda alla mente gli innumerevoli tiri decisivi che l’ex Alabama è riuscito a segnare nel corso delle stagioni, i quali hanno contribuito in maniera significativa alle vittorie finali di numerosi Titoli NBA da parte delle squadre in cui egli ha militato a cavallo tra il 1992 e il 2008.

Robert Horry ha preso parte attivamente ad ognuno dei 7 campionati NBA vinti tra Houston Rockets (2), Los Angeles Lakers (3) e San Antonio Spurs (2). Nonostante le sue medie in carriera recitino solamente 7.0 punti, 4.8 rimbalzi, 2.1 assist e 1.0 rubate a partita, tirando col 42.5% dal campo e il 34.1% da 3 punti in 1107 partite, la sua presenza all’interno del rettangolo di gioco ha fatto la differenza soprattutto ai Playoff.

Ripercorrendo insieme e commentando man mano le tappe cruciali che hanno segnato in maniera indelebile la carriera di Robert Horry, dimostrerò la tesi secondo la quale si tratta del giocatore di ruolo più decisivo della storia NBA. Per role player s’intende un dato componente della squadra che presenta alcune caratteristiche fondamentali per la stessa, il quale può partire come titolare oppure uscire direttamente dalla panchina.

L’esordio in NBA con i Rockets

Robert Horry è stato draftato dagli Houston Rockets nel lontano 1992 come 11ª scelta assoluta. Durante la sua prima esperienza in Texas, egli ha vinto 2 Titoli NBA giocando da ala grande al fianco di Hakeem Olajuwon. Il mito di Big Shot Rob ha inizio a partire dalle Western Conference Finals del 1995, grazie ad un tiro segnato a pochi secondi dalla fine di gara-1 contro gli Spurs, col quale ha riportato in vantaggio i suoi sul 94-93.

Venti giorni dopo, Horry è stato in grado di lasciare la sua impronta impressa anche in gara-3 delle NBA Finals contro gli Orlando Magic, realizzando una tripla decisiva nel finale che ha sancito di fatto il 3-0 ai danni della franchigia della Florida. Entrambi i canestri messi a segno dal classe 1970 hanno indirizzato l’andamento generale delle rispettive serie, per questo motivo il suo apporto è stato di vitale importanza.

Il passaggio decisivo ai LA Lakers

Nel 1996, al termine della sua avventura a Houston, Robert è stato scambiato ai Phoenix Suns nella trade che ha portato Charles Barkley ai Rockets, prima di essere girato nuovamente ai Los Angeles Lakers verso la deadline. Nel corso della sua permanenza in California, Big Shot Rob ha vinto 3 Titoli NBA consecutivi agli inizi del nuovo millennio, spalleggiando il duo delle meraviglie formato da Shaquille O’Neal e Kobe Bryant.

Coi gialloviola, Robert Horry ha reso possibili i trionfi storici della franchigia allenata da Phil Jackson, mediante delle giocate che si sono rivelate determinanti per le sorti dei Lakers. Per esempio, il tiro da 3 punti segnato a meno di un minuto dalla fine di gara-3 delle NBA Finals del 2001 contro i Philadelphia 76ers di Allen Iverson, che ha permesso ai losangelini di regalarsi un vantaggio cruciale di 4 punti, nonostante Shaq fosse uscito poco prima per falli.

Il capolavoro assoluto che ha consentito ad Horry di guadagnarsi di diritto il suo iconico appellativo risale al 26 maggio 2002. Durante la gara-4 delle Western Conference Finals contro i Sacramento Kings di Chris Webber, i quali guidavano la serie per 2-1, Big Shot Rob ha realizzato una tripla formidabile a due secondi dalla fine che ha fornito la spinta decisiva ai Lakers per ribaltarla ed approdare alle NBA Finals.

Si tratta di un canestro a dir poco eccezionale considerato da molti l’apice della carriera NBA di Robert, dunque la più classica delle ciliegine sulla torta. La capacità di essere sempre nel posto giusto al momento giusto ha condotto Horry nell’Olimpo della Lega, nonostante in quel periodo egli iniziava già ad uscire dalla panchina, in quanto aveva perso la titolarità assoluta, ma non i minuti effettivi in campo.

Il finale di carriera ai SA Spurs

Alla veneranda età di 33 anni, il classe 1970 si è trasferito per la seconda volta in Texas, stavolta sponda San Antonio Spurs, coi quali si ritirerà nel 2008, non prima di vincere altri 2 Titoli NBA al servizio di Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan. Big Shot Rob è riuscito a lasciare il suo zampino persino nelle NBA Finals del 2005 contro i Detroit Pistons, mediante l’ennesimo tiro da 3 punti a circa sei secondi dallo scadere del supplementare che ha consegnato la delicatissima gara-5 ai neroargento.

L’ultimo vero e proprio colpo da biliardo rifilato da Horry ad una delle 30 franchigie NBA è datato 30 aprile 2007, quando al primo turno dei Playoff contro i Denver Nuggets, gli speroni sono sopravvissuti a fatica ad un’estenuante gara-4 grazie alla solita tripla senza senso dell’allora 36enne, che ha decretato ancora una volta il successo quasi inevitabile della sua squadra.

A parer mio, Robert Horry è stato il role player più decisivo della storia NBA in relazione alla quantità ingente di canestri che è riuscito a segnare nei momenti che contavano maggiormente. La capacità innata dell’ex Alabama di mantenere il sangue freddo nei finali di partita e di avere soprattutto la mano bollente, sono state le armi in più del suo gioco, paragonabili quasi a delle sorta di signature moves.

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