Le Olimpiadi di Basket viste dal vivo: episodio 2

Aspettavo questo giorno da tantissimo tempo: vedere dal vivo LeBron James, Steph Curry, Kevin Durant, Nikola Jokic e tantissimi altri campioni

Pierre Mauroy Stadium Basket

Mercoledì 31 luglio. La sveglia suona presto e sono subito in piedi, pronto per vivere una nuova emozionante avventura. Questa volta la missione è semplice: vedere il giocatore più forte al mondo, Nikola Jokic, e LeBron James.

Decido di trascorrere la mattinata nella zona dedicata alle Olimpiadi. In quella piazza si possono svolgere varie attività: dalla partita a pallamano, a un 3vs3 di basket, concludendo il tutto con una bella arrampicata su un enorme muro. Spettacolo.

Concluso il tour della sorprendente Lille, decido di tentare la pazzia: andare all’Hermitage Gantois, hotel di Team USA. Arrivato davanti alla struttura, capisco subito di essere nel posto giusto. Una bolgia invade la piccola via contornata da transenne e da decine di agenti di polizia.

Il tempo trascorso nella zona dell’hotel non da il risultato tanto sognato. Le tre ore passate ad aspettare i vari giocatori vengono ripagate solo in parte riuscendo a salutare, di sfuggita, Jayson Tatum e Derrick White. Rassegnati e, soprattutto, molto accaldati, decidiamo quindi di andarcene per le 14:30 verso lo stadio Pierre Mauroy.

Nel tragitto in direzione della metro succede la magia. Mi perdo per ben due volte e ciò mi permette di essere nel posto giusto al momento giusto e trovare davanti a me Grant Hill. Carico di emozioni, mi rivolgo alla leggenda NBA che, con grandissima disponibilità, accetta di farsi una foto.

Grant Hill Team USA
Grant Hill Team USA

Arrivato all’arena per Serbia-Porto Rico, vista l’ottima posizione dei biglietti acquistati – fila 7 – decido di entrare subito nel palazzetto. Grazie a questa scelta, ho la possibilità di conoscere tantissimi italiani, ognuno con la propria storia e il proprio amore per questo sport.

C’è chi fa l’arbitro, chi ha vinto un concorso di Swish su Dunkest e chi invece mi fa compagnia durante tutta la partita. Si è certamente sentita la mancanza dell’Italbasket alle Olimpiadi di Basket – Serbia-Porto Rico sarebbe potuta essere Serbia-Italia -, ma la passione degli italiani per la palla a spicchi mi ha comunque entusiasmato. Che dire poi della gara? Nikola Jokic è il basket. Ogni passaggio stile football manda in visibilio i tifosi al palazzetto e un Vasilije Micic formato MVP permette ai serbi di travolgere i portoricani.

Conclusa la contesa tra serbi e portoricani – dominio netto dei primi, 107-66 – nell’aria inizia a sentirsi quella tensione che vuol dire solo una cosa: LeBron James è qui. Corro subito fuori dal palazzetto e mi rimetto in fila, pronto per gustarmi la storia, il nuovo Dream Team.

Stati Uniti-Sud Sudan è, come già accennato ieri, il vero motivo per cui sono a Lille. L’entrata in campo dei vari campioni di Team USA mi manda in estasi e, da bravo amante della pallacanestro, inizio a non comprendere più nulla.

La partita scorre senza rendermene conto e le grandissime schiacciate di Bam Adebayo, le triple mancate di Curry – nonostante a gioco fermo il 4 abbia realizzato una prodezza niente male -, il dominio di King James, il talento infinito di Kevin Durant e il cuore dei giocatori del Sud Sudan che, incitati dal canto ‘SSD, SSD, SSD’, restano in gara e dimostrano, anche grazie a Luol Deng, di essere già una realtà ben consolidata.

Potrei restare ancora per ore a raccontare ciò che ha significato per me rivedere dal vivo LeBron James, ma tutto ciò che mi sento di fare è dire grazie a James Naismith, perché senza di lui il mio amore più grande non esisterebbe. Viva il basket.

Leggi anche

Loading...