Come si è ridotto il gap tra Team USA e il resto del mondo?
Quest’oggi tratteremo il motivo per cui Team USA non stravince più come in passato, al netto della presenza di sole superstar NBA all’interno del roster olimpico
Dopo aver concluso i Mondiali di Basket 2023 fuori dal podio, perdendo in semifinale prima contro la Germania e poi nella finale per il 3° posto con il Canada, Team USA aveva deciso di assemblare una squadra composta dai giocatori NBA più forti in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024. Dopo le ultime amichevoli disputate e nelle prime gare ufficiali però, i paragoni col Dream Team si sono fatti sempre più insistenti, soprattutto in relazione a quale sia l’edizione migliore dal punto di vista tecnico.
Lo stesso Charles Barkley si è espresso di recente in merito alla suddetta questione, criticando aspramente l’attuale selezione statunitense circa lo scarto medio con cui vincono le partite, di gran lunga inferiore rispetto ai 44 punti del Dream Team del 1992. Secondo l’opinione popolare infatti, la squadra allenata da Chuck Daly sarebbe superiore rispetto a quella di Steve Kerr poiché quest’ultima non riesce più a dominare i match in lungo e in largo come fece invece quella di 32 anni fa.
Tale argomentazione lascia parecchio a desiderare in quanto non prende minimamente in considerazione un fattore importantissimo, ossia il fatto che la globalizzazione della NBA abbia rimescolato le carte in gioco riducendo in maniera drastica il gap che c’è tra Team USA e il resto del mondo. Basti pensare che i giocatori della National Basketball Association presenti ai Giochi di Barcellona furono soltanto 8, al fronte dei 63 complessivi del 2024.
Ad oggi, il talento medio si trova ai massimi storici, soprattutto per la presenza di numerosissimi international players, come Nikola Jokic e Giannis Antetokounmpo, due degli ultimi vincitori del premio di MVP; tuttavia non si tratta esclusivamente di stelle, dato che a fare la differenza nelle rispettive nazionali sono i role players, i quali contribuiscono ai successi delle loro squadre d’appartenenza, ma poi diventano i trascinatori indiscussi durante le competizioni internazionali.
L’NBA non è più solo una lega americana, bensì si è evoluta costantemente nel corso degli anni, tanto da essere a tutti gli effetti una lega globale. Per questo motivo a Parigi non sarà affatto semplice per Team USA, anche se avranno la possibilità di contare tra gli altri sui vari LeBron James, Stephen Curry e Kevin Durant. Il livello degli avversari si è alzato in modo spaventoso, perciò la formazione a stelle e strisce dovrà sudarsi la medaglia d’oro e non sottovalutare alcuna nazionale, nemmeno le più sconosciute.
Dunque, non dovremo più aspettarci dei risultati tondi o delle vittorie scontate per gli Stati Uniti D’America. La concorrenza è più agguerrita ormai, come si può intuire anche dalla presenza delle nuove leve, a partire da Luka Doncic, passando per Shai Gilgeous-Alexander e terminando con Victor Wembanyama. In ogni caso, Team USA rimane la favorita numero uno per la vittoria finale, tuttavia le altre selezioni le daranno battaglia con le unghie e coi denti al fine di detronizzarli una volta per tutte.