Hot take, episodio 7: Morey ha stravinto la free agency NBA 2024
Sulla carta, i Philadelphia 76ers sono una seria contender. Daryl Morey ha costruito una squadra da Titolo NBA
Dopo aver fallito per l’ennesima volta l’accesso diretto alle NBA Finals, si prospettava un’altra estate burrascosa per Philadelphia, colpevole di aver terminato anzitempo la stagione al primo turno dei Playoff contro dei New York Knicks falcidiati dagli infortuni. Al contrario, il GM Daryl Morey è riuscito a rivitalizzare invece lo storico The Process mettendo a segno in free agency dei colpi ad effetto che potrebbero rilanciare i Sixers.
In primis, la franchigia della Pennsylvania ha rifirmato al massimo salariale Tyrese Maxey, reduce da un’annata straordinaria che gli è valsa la convocazione all’All Star Game, a 204 milioni di dollari per i prossimi 5 anni. Dopodiché, Philadelphia è stata brava ad assicurarsi soprattutto le prestazioni di Paul George, strappandolo ai Los Angeles Clippers con un quadriennale da 212 milioni di dollari complessivi.
A partire dalle cessioni di James Harden e PJ Tucker, i Sixers sono stati capaci di ricostruire il roster come meglio potevano, puntellandolo in maniera chirurgica grazie alle prese di giocatori funzionali del calibro di Andre Drummond, Eric Gordon, Caleb Martin e Reggie Jackson a delle cifre contenute. Infine, il prolungamento di Kelly Oubre Jr. è stata la ciliegina sulla torta di un mercato gestito al massimo delle possibilità.
Il tallone d’Achille di Philadelphia è sempre stato l’assenza di una panchina di livello al pari delle altre contendenti al Titolo NBA. Tale problematica infatti, ha impedito diverse volte alla squadra di poter essere competitiva, ma ora grazie all’aggiunta dei nuovi role players, ma anche alla permanenza del veterano Kyle Lowry, il gap che c’era fino all’anno scorso potrebbe essersi ridotto notevolmente.
Per quanto mi riguarda, i Sixers non sono migliorati a tal punto da poter competere coi Boston Celtics, tuttavia ora hanno tutte le carte in regola per potersela giocare ad armi pari contro i Milwaukee Bucks e i New York Knicks, nonostante entrambe le franchigie partono come favorite rispetto a Philadelphia. Mi vorrei soffermare dunque sul “miracolo” di Daryl Morey, il quale ha ottenuto il massimo a mio modo di vedere.
Il trio composto da George, Maxey ed Embiid è uno dei migliori di tutta l’NBA, anche se nutro delle perplessità in merito all’apporto che PG8 potrà dare, dato che ormai ha una certa età e negli ultimi anni ha saltato qualche partita di troppo, oltre al fatto che manca quasi completamente di leadership. A parte questo però, il classe 1990 porterà in dote tanta difesa, tiro da 3 punti e la capacità di costruire per sé stesso e i compagni.
Il futuro fit sul parquet sarà tutto da vedere, ma sulla carta i nuovi Big 3 non dovrebbero calpestarsi i piedi a vicenda; nel caso in cui ciò però dovesse accadere, coach Nick Nurse si adopererà per provare a farli coesistere, altrimenti li alternerà in base alle esigenze. In ogni caso, l’attacco a difesa schierata non graverà più unicamente sulle spalle del centro camerunense naturalizzato statunitense o della guardia da Kentucky.
Secondo il mio modesto parere, il capolavoro estivo di Daryl Morey proietta a tutti gli effetti la squadra della città dell’amore fraterno nella Top 5 della Eastern Conference. Qualora il roster non dovesse subire delle defezioni importanti a causa degli infortuni, i Sixers avranno delle ottime chance di fare bene durante la prossima stagione, specialmente ai Playoff, visto che adesso Joel Embiid non dovrà più spremersi in regular season.