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Cosa significa giocare ai Playoff contro i GSW? Lillard ce lo racconta

Nel podcast di Jeff Teague, Damian Lillard ha condiviso le sue emozioni riguardo alle partite di playoff disputate all’Oracle Arena contro i Golden State Warriors

Secondo moltissimi appassionati ed esperti, quella dei Golden State Warriors è considerata la dinastia migliore di tutti i tempi, raggiungendo il proprio apice dal 2017 al 2019. In quel periodo, con l’aggiunta di Kevin Durant al quintetto, la squadra allenata da coach Kerr è stata riconosciuta da molti come la più forte di sempre.

Osservando il loro stile di gioco e i giocatori a disposizione, emergono tre aspetti fondamentali. Il primo è che, durante quelle stagioni, le loro superstar erano tutte nel loro prime. Questo non solo garantiva un rendimento tecnico e atletico molto elevato, ma assicurava anche una maggiore integrità fisica.

Il secondo aspetto riguarda la completezza della squadra, poiché ogni lato del campo aveva un punto di riferimento specifico: Draymond Green per la difesa, Kevin Durant per il gioco in isolamento, e Curry e Thompson per il tiro dalla lunga distanza. Nonostante queste specializzazioni, l’altissimo livello dei quattro giocatori li rendeva, con le dovute proporzioni, quasi interscambiabili in molti aspetti del gioco. Ad esempio, come Durant, anche Steph Curry era un eccellente Iso-Scorer, e come Steph, anche Green era un ottimo playmaker.

Il terzo aspetto riguarda invece la profondità della squadra. Dalla panchina entravano giocatori come Shaun Livingston, Andre Iguodala, JaVale McGee, Jordan Bell, cestisti esperti e di rotazione che riuscivano a mantenere alto il livello di gioco su tutti e i 48 minuti.

Recentemente, in un episodio del ‘Club 508 Podcast’ gestito dall’ex giocatore NBA Jeff Teague, Damian Lillard (che ha parlato anche di Kyrie Irving) ha espresso il suo punto di vista sui Golden State Warriors di quel periodo, rivelando cosa significasse affrontare quella squadra durante i Playoff:

Siamo avanti di nove con cinque minuti alla fine del terzo quarto, e poi entriamo nell’ultimo quarto sotto di otto. Succede in fretta. Loro segnano una tripla, senti il pubblico, vedi tutti alzarsi

Damian Lillard

Riguardo al pubblico dell’Oracle Arena, ha aggiunto:

Ti guardi intorno e pensi, ‘Cavolo, sembra che siamo sotto di 20.’ È l’unico posto in cui ho giocato, all’Oracle, dove anche se eravamo in vantaggio, sembrava che la partita ci stesse sfuggendo di mano. L’atmosfera era così intensa. Steph segna una tripla, Klay ne mette un’altra, e poi timeout. Tornando in panchina pensavi solo, ‘Cavolo.

Damian Lillard

Poche sono state le squadre in grado di competere con la dinastia dei Golden State Warriors: i Rockets, che li portarono a gara 7 nelle finali di Conference del 2018, ma furono condannati dalle 27 triple sbagliate consecutivamente; i Cavaliers di LeBron James e Kyrie Irving nel 2016, che riuscirono a conquistare un titolo straordinario; e i Raptors nel 2019, che, approfittando degli infortuni di Durant e Thompson, vinsero le NBA Finals in 6 partite, sconfiggendo i Golden State Warriors.

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