Aaron Gordon tra i favoriti di Grant Hill per le Olimpiadi del 2028

Il giocatore dei Nuggets si presenta come uno dei profili più apprezzati da Grant Hill per far parte di Team USA alle Olimpiadi del 2028

Grant Hill Team USA

Nonostante i Giochi Olimpici si siano conclusi solo un mese fa e manchino ancora tre anni ai prossimi Mondiali, il lavoro di reclutamento per le future competizioni della Team USA è già iniziato.

Infatti, Los Angeles 2028 è già nei pensieri più reconditi di Grant Hill, team manager della nazionale statunitense di pallacanestro, e di tutto lo staff tecnico e dirigenziale. In vista della manifestazione casalinga, sarà necessario un cambio generazionale, considerando il fisiologico addio di elementi chiave nella conquista dell’oro olimpico a Parigi, come LeBron James, Steph Curry e molto probabilmente anche di Kevin Durant.

Oltre alle potenziali stelle che probabilmente si saranno già affermate come giocatori di fama internazionale entro quell’anno, come Cooper Flagg (elogiato anche da Kevin Garnett), Paolo Banchero, Chet Holmgren e Jalen Williams, lo staff della Team USA si concentra anche sulla ricerca di giocatori che possano fungere da buoni comprimari. L’obiettivo è trovare atleti in grado di contribuire a mantenere unito uno spogliatoio che, con tutta probabilità, avrà un gran numero di fuoriclasse.

Uno dei candidati per questo ruolo è Aaron Gordon, che, come riportato da Clutch Points, ha già avuto modo di discutere con Steve Kerr di una sua possibile convocazione per la spedizione transalpina all’inizio di quest’anno. L’ex giocatore degli Orlando Magic era stato incluso nella lista dei 41 potenziali convocabili per i Giochi di Parigi, stilata dal front office della Team USA, ma alla fine non si è concretizzato nulla.

Dopo che abbiamo battuto i Warriors nella baia, Steve Kerr mi ha chiesto se volevo giocare nella squadra degli USA… Non lo so, amico. È un po’ retorico, ma ehi, abbiamo vinto l’oro

Aaron Gordon

L’ala dei Nuggets, che per l’edizione losangelina dei Giochi Olimpici avrà 32 anni, sembra rispondere perfettamente all’identikit di cui abbiamo parlato in precedenza. Le sue consolidate doti difensive e la limitata quantità di palloni che richiederebbe durante i possessi potrebbero renderlo un fattore determinante nel gioco degli statunitensi, simile a quanto fatto da Holiday e White nelle ultime Olimpiadi.

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