Steve Kerr: “Con questo calendario non riusciamo ad allenarci”

Steve Kerr solleva una questione delicata in NBA, affrontando la necessità di rivedere il numero di partite da giocare in una stagione regolare

Steve Kerr durante una partita di Regular Season 2023/24 dei Golden State Warriors

La NBA continua a sperimentare, stagione dopo stagione. L’anno scorso ha introdotto l’NBA In-Season Tournament (vinto dai Los Angeles Lakers) senza incrementare il numero di partite giocate dalle squadre nel corso della Regular Season, ma l’intensità del calendario rimane una questione da risolvere secondo diversi addetti ai lavori come Steve Kerr.

Il coach dei Golden State Warriors (qui la guida per la stagione 2024/25) mette non mette in dubbio l’efficacia dell’evoluzione dei format della NBA, ma l’impatto che possono avere sui giocatori e sull’impatto delle 82 partite di stagione regolare sui giocatori.

Sono totalmente favorevole alla sperimentazione. Sono anche favorevole a una stagione di 75 partite, ma non lo faranno mai. Quello che mi preoccupa, però, è che, con il modo in cui giochiamo la nostra stagione ora, abbiamo praticamente una partita ogni due giorni

Steve Kerr via ESPN

Giocare ogni due giorni significa viaggiare tanto e allenarsi poco nel corso della Regular Season, in cui non sempre le squadre mostrano un gioco scintillante. La NBA però non ha ancora accolto i diversi segnali che spesso mandano gli addetti ai lavori in merito alla riduzione delle partite nel calendario.

Anche se è positivo che i giocatori non debbano fare molti back-to-back, si ha pochissimo tempo per allenarsi, e penso che la qualità del gioco ne risenta

Steve Kerr via ESPN

I back-to-back sono una questione delicata, soprattutto per i giocatori che spesso hanno la tendenza a saltare almeno una delle due partite consecutive nell’arco di 48 ore.

Non è sicuramente l’ultima volta che sentiremo parlare di questo argomento. La riduzione delle partite in calendario è un argomento che la NBA prima o poi dovrà affrontare con i proprietari e con i giocatori. Anche se giocare meno potrebbe impattare anche sui ricavi della lega e delle squadre stesse.

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