Kyrie Irving: “Il risultato dell’anno scorso non conta nulla”

Dopo il KO nel derby texano contro gli Houston Rockets, Kyrie Irving ha dovuto rivedere le sue recenti dichiarazioni sullo stato di forma dei Dallas Mavericks

Kyrie-Irving in un'intervista a fine partita

Il cartello all’ingresso dell’arena dei Dallas Mavericks recita “lavori in corso”. I vicecampioni NBA partono in questa stagione con il fardello sulle spalle di doversi riconfermare come contender e di provare a smentire coloro che ancora oggi rimangono perplessi sulle reali possibilità della squadra texana di poter agguantare il tanto ambito anello.

Nel tentativo di rimettere le qualità della propria squadra sotto le luci dei riflettori, Kyrie Irving, pochi giorni fa, aveva dichiarato alla stampa che la difesa del pitturato di Dallas era la migliore della lega, questo dopo aver battuto i Minnesota Timberwolves per 120 a 114.

Tuttavia, Uncle Drew ha dovuto ben presto mandar giù un bel boccone amaro, poiché dopo solo quarantotto ore, i Mavericks hanno incassato una sconfitta importante contro i giovani Houston Rockets di coach Udoka.

Basta cercare di non pensarci troppo e di divertirsi giocando. Siamo in una fase di apprendimento. Abbiamo il traguardo dello scorso anno, ma non significa nulla quest’anno, perché non abbiamo ottenuto ciò che conta

Kyrie Irving

Il risultato di per sé non è stato schiacciante, 108 a 102 per i Rockets, ma la partita ci racconta di una Dallas che non è mai riuscita a controllare gli arrembaggi avversari, per circa tre quarti, andando sotto di 23 punti all’intervallo.

Successivamente è arrivata la quasi rimonta, guidata proprio da Irving, 28 punti, e dal solito magico Luka Doncic, 29 punti, a testimonianza di quanto questa coppia sia potenzialmente ingestibile in fase offensiva per chiunque gli si pari davanti.

È importante evitare che a una sconfitta ne segua immediatamente un’altra, domani bisogna tornare a lavorare e a prepararci, per migliorare nei punti in cui siamo stati deboli stanotte

Kyrie Irving

Kyrie si dimostra ancora una volta fiducioso del progetto tecnico attualmente in corso a Dallas e ha tutte le ragioni per esserlo. Ciò che serve è sicuramente il tempo. Tempo per permettere a Klay Thompson di trovare la sua nuova dimensione in un sistema Doncic-centrico e di rimettere a pieno regime il suo tiro.

Per capire quanto Marshall e Grimes potranno incidere a livello di concretezza sulle rotazioni di coach Kidd; per individuare eventuali lacune da colmare sul mercato per poter far fronte, in un eventuale rivincita, allo tsunami verde chiamato Boston Celtics.

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