Quello di Nikola Jokic è il miglior prime di sempre?

Le cifre di Nikola Jokic in questa stagione sono incredibili e si parla già di miglior prime di sempre. Ma quanto c’è di vero?

Nikola Jokic in maglia Denver Nuggets

Domanda che ultimamente si sente spesso fra tifosi e appassionati. Secondi molti esperti, l’MVP di questa stagione dovrebbe essere consegnato già ora – dopo meno di due mesi dall’inizio della stagione – a Jokic (e probabilmente il prossimo giugno sarà così) per le cifre irreali e le percentuali con cui sta tirando dal campo.

Anche nelle ultime settimane – soprattutto dopo due prestazioni insensate contro Washington (56/16/8) e Atlanta (48/14/8) – si sente dire che il prime di Nikola Jokic sia uno dei migliori, se non il migliore, di sempre.

Ci sono già diverse persone che lo accostano senza paura al LeBron James delle prime stagioni a Miami o al Michael Jordan del primo titolo.

Ma quanto c’è di vero in questi paragoni? E – soprattutto – stiamo davvero assistendo al miglior prime di sempre?

Il valore dei numeri nel giudicare il miglior prime

Non esiste un metodo vero e proprio per decretare in maniera assoluta quale sia stato il giocatore più forte o, in questo caso, quello con il miglior prime.

Sebbene le vittorie, i premi individuali, l’impatto sul gioco e sulla squadra e il cosiddetto “eye test” dicano molto su ogni giocatore, per paragonare cestisti diversi – nel modo più imparziale e spassionato possibile – esiste un solo metodo: i numeri.

Nero su bianco, senza preferenze o bias di alcun tipo. È l’unico modo per tentare di sviluppare un discorso e una comparazione che sia il più possibile vicina alla realtà.

I criteri di valutazione

Per farlo, ci sarà bisogno di tutte le statistiche maggiori (punti, rimbalzi, assist, rubate e stoppate) delle migliori 3 stagioni consecutive di ogni giocatore – che confluiranno in un unico punteggio.

Numero che oltre alle classiche stats, includerà la somma di altri 4 indicatori fondamentali, i più importanti e precisi se bisogna parlare di singolo:

  • PER = player efficiency rating (valuta l’efficienza e include qualsiasi statistica positiva e negativa, inclusi tiri, palle perse e pace della squadra)
  • VORP = value over replacement (unisce in un unico numero il contributo totale di un giocatore e quindi quanto è “insostituibile”)
  • WS = win shares (una stima complicata che indica quante vittorie ha “aggiunto” alla sua squadra un singolo giocatore)
  • BPM = box plus-minus (misura l’impatto di un giocatore in campo, positivo o meno in base alla differenza dei punti della sua squadra)

Efficienza, era e difesa

Non possiamo far nascere Hakeem Olajuwon o David Robinson alla fine degli anni ’90, o mettere Jokic e Giannis nell’era dei Bad Boys o dei Celtics di Bird, ma possiamo comunque provare a paragonarli tenendo conto di:

  • Ritmo = è ovvio che con più possessi si fanno più cifre – nel 2000 si giocavano in media 91 possessi ogni partita, ora più di 99
  • Difesa = non esiste una statistica difensiva che non comprenda in alcun modo l’apporto di tutta la squadra – quest’anno, ad esempio, anche VanVleet ha un Defensive Rating migliore di O.G. Anunoby
  • Percentuali al tiro = con il passare degli anni il talento è aumentato (soprattutto tra i role player) e con l’introduzione del tiro da 3 le percentuali generali si sono leggermente “sporcate”.

E per ovviare a questi tre problemi…

  • Per 100 possessions = ogni punteggio verrà calcolato sulla base di 100 possessi (di conseguenza aumenteranno le cifre di chi ha giocato in un’epoca in cui il pace era minore e viceversa)
  • All-Defensive Team (1st = +15/ 2nd = +10) = nemmeno l’inserimento in uno dei due quintetti difensivi può essere considerato completamente obiettivo, ma è il modo migliore per valutare le prestazioni nella propria metà campo (anche più del DPOY – per alcuni casi abbastanza inspiegabili come quello vinto da Pau Gasol nel 2013)
  • Adjusted True Shooting = paroloni per dire niente di troppo complicato: l’efficienza verrà calcolata in base al TS+ e cioè con il True Shooting (che concentra tutti i tipi di tiro) paragonato alla media della NBA nell’anno considerato (se è 100 significa che il giocatore ha tirato esattamente come la media).

Quindi, per considerare anche la difesa, nel calcolo verranno aggiunti 15 punti per ogni selezione nel primo quintetto difensivo e 10 in caso del secondo (nel corso dei 3 anni considerati).

Il miglior prime di sempre

Anche con i numeri è abbastanza complicato tener conto di tutto, ma con qualche aggiustamento e dopo ore di calcoli: ecco qui la risposta alla domanda del titolo.

Y = produzione; X = efficienza

Classifica All-Time

Ecco la classifica all-time NBA che combina produzione e efficienza. Qui sotto trovi la lista completa dei giocatori che si sono distinti per il loro impatto sul gioco:

  1. Wilt Chamberlain 1962-64
  2. Michael Jordan 1988-90
  3. LeBron James 2012-14
  4. Nikola Jokic 2023-25
  5. Giannis Antetokounmpo 2019-21
  6. David Robinson 1994-96
  7. Kareem Abdul-Jabbar 1976-78
  8. Kevin Garnett 2003-05
  9. Shaquille O’Neal 2000-02
  10. Karl Malone 1996-98
  11. James Harden 2017-19
  12. Kevin Durant 2012-14
  13. Charles Barkley 1988-90
  14. Tim Duncan 2002-04
  15. Stephen Curry 2015-17
  16. Magic Johnson 1989-91
  17. Kobe Bryant 2006-08
  18. Hakeem Olajuwon 1993-95
  19. Shai Gilgeous-Alexander 2023-25
  20. Dwyane Wade 2009-11
  21. Russell Westbrook 2015-17
  22. Larry Bird 1985-87
  23. Luka Doncic 2022-24

Alcune precisazioni:

  • Wilt Chamberlain: molte statistiche – incluse stoppate e rubate – all’epoca non venivano contate e per i calcoli sono state utilizzate WS e PER ufficiali (presenti su basketball-reference.com) più altre approssimazioni (per difetto, con i numeri ufficiali sarebbe anche più in alto) basate su alcune statistiche registrate solamente ai Playoff. Per i quintetti difensivi, gli sono stati aggiunti 30 punti totali (3 secondi quintetti) dato che Bill Russell sarebbe stato sicuramente il DPOY – che all’epoca non esisteva.
  • Oscar Robertson: il vero grande escluso dalla lista, di lui abbiamo solo punti, rimbalzi e assist nel periodo ai Cincinnati Royals. Troppo poco per considerarlo, anche con diverse approssimazioni.
  • Shai e Jokic: di loro non abbiamo ancora VORP e BPM del 2025 (visto che sono numeri cumulativi) e quindi anche qui c’è stata qualche approssimazione (in linea con le cifre dei 2 anni precedenti).

Quindi… quello di Jokic è il miglior prime di sempre? No, ma non ci siamo nemmeno troppo lontani, soprattutto se consideriamo esclusivamente la produzione e l’efficienza nella metà campo offensiva.

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