Steph Curry svela i suoi pensieri sul possibile ritiro

Il tempo passa per tutti, anche per Steph Curry. La point guard dei Golden State Warriors riflette sulle voci riguardanti un possibile ritiro

Steph-Curry in conferenza stampa

Affrontare il passare del tempo non è mai semplice, specialmente quando si osserva che le stelle che hanno dominato i parquet NBA per oltre un decennio si stanno avvicinando alla conclusione della loro carriera.

Nonostante leggende come LeBron James, Kevin Durant e Steph Curry continuino a fare la differenza in NBA, è difficile pensare che possano estendere la loro carriera per molti altri anni.

Molte stelle hanno risentito del passare del tempo, con impatti evidenti sia sulle loro statistiche che sul loro stile di gioco. È il caso, ad esempio, di Russell Westbrook e James Harden, superstars assolute che nelle ultime stagioni hanno dovuto adattarsi a ritmi più lenti e a ruoli più secondari rispetto a quelli a cui erano abituati.

Con l’affermazione di giovani talenti come Luka Doncic, Jayson Tatum, Anthony Edwards e molti altri, è innegabile che le gerarchie in NBA siano cambiate.

Negli ultimi giorni, a parlare di un possibile ritiro è stato Steph Curry. La stella 36enne dei Golden State Warriors ha affrontato la questione con grande sincerità, esprimendo il suo punto di vista.

Ci sono due modi per ritirarsi: o sei costretto ad abbandonare, oppure capisci quando non è più il tuo momento. Spero che per me sia il secondo caso. Ci saranno segnali chiari quando sarà il momento di lasciare il basket. Non voglio essere quello che zoppica in campo, cercando di stare al passo con i giovani, ma non credo che quel momento sia ancora arrivato

Steph Curry

Le parole della stella dei GSW rispecchiano molto quelle di Charles Barkley. La leggenda dei Phoenix Suns, infatti, si era espresso sul possibile ritiro di LeBron James, consigliandogli in modo provocatorio di lasciare il basket il prima possibile.

Barkley, infatti, ha raccontato di aver detestato il modo in cui abbandonò la pallacanestro, poiché le sue ultime stagioni furono deludenti. Non essendo riuscito a capire quando fosse il momento giusto per ritirarsi, l’ala grande visse il periodo peggiore della sua carriera, con statistiche deludenti e prestazioni che finirono per danneggiare la sua reputazione.

La storia di Barkley ci mostra quanto sia difficile accettare il ritiro, soprattutto per giocatori che hanno scritto la storia di questo sport. Tuttavia, alla fine, è meglio uscire di scena a testa alta, consapevoli di aver dato tutto sul campo. Continuare a giocare oltre il dovuto potrebbe, infatti, rivelarsi solo un danno, sia per la carriera che per la reputazione.

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