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Le Final Four di NBA Cup sembrano partite d’esibizione

L’atmosfera dell’arena di Las Vegas somiglia di più a quella di un torneo d’esibizione che a una fase finale di una competizione. Il pubblico di Sin City, in ottica espansione, è pronto per la NBA?

Il concept con cui è stata creata la NBA Cup è ottimo, ma Las Vegas, senza le squadre che rappresentano i grandi mercati della lega, non sembra ancora la città giusta per ottimizzare lo spettacolo pensato da Adam Silver.

Non vogliamo essere fraintesi. Bucks, Hawks, Rockets e Thunder, in termini di competitività sono promosse a pieni voti, ma a lasciare qualche perplessità invece è la partecipazione del pubblico – ritardatario e distratto – della T-Mobile Arena.

Spostare le Final Four in una sede neutrale – come Las Vegas – spegne l’atmosfera da “March Madness” che al contrario ha fatto apprezzare finora la competitività mostrata nella prima parte di Regular Season.

Soltanto il fascino di Las Vegas non basta per vendere biglietti (la lega ha ridotto il prezzo minimo a 17 dollari) e l’impressione è che che Sin City non sia ancora la piazza più adatta per trovare l’atmosfera da Final Four che siamo abituati a vivere, per esempio, in Europa.

Certo, la natura imprevedibile del torneo è il motivo per cui squadre come Celtics, Warriors e Mavericks non sono a Las Vegas questo weekend. Ma se le Final Four di NBA Cup sono un banco di prova per l’ormai possibile espansione futura della lega a Las Vegas, ai piani alti della NBA sperano che il fattore cruciale non sia proprio la mancanza delle squadre più seguite.

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