Perché i rating NBA stanno calando?
Adam Silver non sembra particolarmente preoccupato, ma i rating NBA continuano a registrare un calo. Analizziamo le possibili cause di questa tendenza
Negli ultimi tempi, i rating NBA – misurazioni di ascolto o visibilità delle partite – sono in calo, e il dibattito su cosa stia succedendo è più acceso che mai. I fan, gli esperti e persino i media sportivi si interrogano sulle cause di questo fenomeno, offrendo ipotesi diverse e spesso contrastanti. Ma la domanda di fondo resta: cosa è cambiato in una lega che, fino a pochi anni fa, sembrava inarrestabile nella sua crescita?
Le teorie principali, elaborate da Clutch Points, si concentrano su tre aspetti: le squadre tirano troppo da tre punti, l’arbitraggio e la distanza tra i fan e le attuali stelle NBA.
Ciascuna di queste spiegazioni ha i suoi sostenitori, ma la verità potrebbe essere un mix di fattori. Proviamo a esaminarli più da vicino.
Tiro da 3: L’NBA è diventata monotona?
Questa sembra essere la critica più diffusa tra i fan. Molti sostengono che l’NBA sia diventata monotona, con tutte le squadre che si affidano in modo ossessivo al tiro da 3 punti. Secondo questa visione, il gioco ha perso quella varietà e imprevedibilità che lo rendevano unico.
Eppure, è difficile ignorare che alcuni dei giocatori più iconici della lega moderna hanno costruito la loro fama proprio su questo tipo di gioco. Steph Curry, ad esempio, è considerato una leggenda grazie alla sua abilità nel tiro da lontano. Lo stesso vale per Damian Lillard, Trae Young e persino i Boston Celtics, che hanno fatto del tiro da 3 uno dei loro punti di forza.
Anche guardando al mondo della WNBA, Caitlin Clark, una delle atlete più seguite, sta battendo record di ascolti grazie al suo stile di gioco basato sui tiri da lontano. Insomma, forse il problema non è il numero di tiri da 3, ma piuttosto la percezione che i fan hanno di questo cambiamento nel gioco.
Arbitraggio e tiri liberi: le critiche sono giustificate?
Un’altra critica frequente riguarda l’arbitraggio. Molti tifosi si lamentano che gli arbitri siano troppo indulgenti, mandando le stelle in lunetta con eccessiva facilità. Questo, secondo loro, spezza il ritmo del gioco e lo rende meno avvincente.
Tuttavia, i dati raccontano una storia diversa. La stagione 2023-24 ha registrato il tasso di tiri liberi più basso nella storia dell’NBA. Se davvero gli arbitri stanno “facilitando” le stelle, i numeri non sembrano confermarlo.
E poi c’è il confronto con la NFL. Anche lì le critiche agli arbitri non mancano, con accuse di favoritismi verso squadre come i Kansas City Chiefs. Ma nonostante queste polemiche, i rating e i ricavi della NFL continuano a crescere, dimostrando che le decisioni arbitrali, per quanto controverse, non sempre influenzano il successo di una lega.
Stelle internazionali Vs leggende NBA
Questa teoria potrebbe avere un fondamento più solido. I fan americani sembrano faticare a connettersi con le stelle internazionali che oggi dominano la lega.
Luka Doncic, Nikola Jokic, Giannis Antetokounmpo e Shai Gilgeous-Alexander sono tutti giocatori straordinari, ma non sembrano suscitare lo stesso entusiasmo delle leggende del passato come Magic Johnson, Larry Bird o Michael Jordan. Gli americani sembrano rimpiangere i grandi duelli del passato, come LeBron James contro Steph Steph o MJ contro il mondo intero.
Mentre l’audience globale dell’NBA continua a crescere, quella americana sembra più legata al passato. Eppure, l’NBA di oggi offre spettacoli incredibili ogni sera, con MVP e candidati MVP che riscrivono la storia del gioco. Eppure, i numeri di ascolto non riflettono questa grandezza.
Un esempio? Il ritorno di Klay Thompson alla Bay Area per affrontare i suoi ex compagni di squadra ha attirato 2,1 milioni di spettatori, diventando il match più visto su TNT dopo l’Opening Night. Questi numeri suggeriscono che i fan sembrano essere più attratti dall’aspetto emozionale legato al passato che dalle prestazioni delle attuali stelle NBA.
Alcuni credono che l’NBA abbia perso ciò che la rendeva unica. Il commissario Adam Silver, invece, ritiene che si tratti di un fenomeno temporaneo, influenzato dalla concorrenza della World Series e delle elezioni.
Se è vero che alcuni fattori potrebbero influenzare i rating, è altrettanto vero che il gioco sta evolvendo in modi che potrebbero rivelarsi più significativi di quanto ci si aspetti. L’NBA ha sempre saputo adattarsi ai cambiamenti, e sarà interessante vedere come risponderà a queste nuove sfide. Solo il tempo dirà se queste difficoltà saranno momentanee o se segneranno un punto di svolta nella storia della lega.