Knicks in crisi: le rotazioni di Thibodeau sotto accusa
I New York Knicks escono sconfitti in casa contro i Pistons. Le scelte di coach Thibodeau riguardo al minutaggio dei titolari sollevano alcune perplessità
Brutta sconfitta per i New York Knicks contro i Detroit Pistons, battuti per 124 a 119, in una serata decisamente storta per diversi tra i membri del quintetto titolare newyorkese.
I Knicks sono stati travolti nella prima frazione di gioco dall’esuberanza tecnica e atletica della compagine guidata da Cade Cunningham e questo ha aperto diversi interrogativi sulla solidità della squadra e su quelle che possono essere le loro reali ambizioni in ottica post-season.
I New York Knicks occupano al momento la terza piazza della Eastern Conference, con quattro vittorie di vantaggio sui Milwaukee Bucks alle loro spalle; il team agli ordini di coach Thibodeau è partito con il freno a mano tirato a inizio stagione, ma questo era stato preventivato poiché parte del processo di inserimento del grande acquisto Karl Anthony Towns negli schemi e nel gioco della franchigia della grande mela.
Sulla lunga distanza New York è tornata a correre, guidata da un centro di elevata qualità offensiva, come non ne aveva da anni, e dal solito immenso Jalen Brunson, sempre più re all’ombra dell’Empire State Building.
Eppure, ecco le recenti sconfitte a rovinare la festa e a far alzare la voce ad alcuni analisti, poco convinti da quello che da sempre è uno dei grandi lati negativi del metodo Tom Thibodeau: le rotazioni.
Ad un certo punto, i Knicks devono capire come sfruttare la propria panchina. Devono cominciare a capire qual è il ruolo di chi è seduto lì. Sia che si tratti di un apporto difensivo, offensivo o altro, serve qualcuno che possa fornire una scarica a partita in corso. Non si può continuare a far giocare cinque ragazzi per quaranta minuti per partita.
Sam Mitchell
Le parole di Sam Mitchell, in un segmento di NBA TV, tornano a battere sull’eccesso di minutaggio a cui coach Thibs chiama costantemente i suoi attori principali, in ogni squadra che ha allenato in carriera. Quest’ultimo è da sempre descritto dagli opinionisti come il più grande limite dell’allenatore di New Britain, capace di creare un gruppo unito con una grande chimica e di tirare fuori il meglio da quei giocatori che sposano il suo pensiero agonista, ma incapace di dare fiducia a coloro che formano il contorno del roster.
Ma è davvero così che stanno le cose in quel di New York in questa stagione?
In questo 2024-2025 la verità sta nel mezzo. Attualmente i minutaggi medi del quintetto titolare dei Knicks recitano: il solito stacanovista Mikal Bridges 38.9 minuti per partita, Josh Hart 37.6 minuti, OG Anunoby 36.5 minuti, Jalen Brunson 35 minuti e Karl-Anthony Towns 34.4. Il cronometro per tutti e cinque è sicuramente importante, tuttavia, appare evidente come almeno Brunson e KAT, i due fulcri della manovra offensiva newyorkese, vengano in qualche modo preservati, dandogli un quarto di media per rifiatare.
Dalla panchina emergono Miles McBride, miglior riserva con 24.4 minuti a disposizione, Precious Achiuwa con 18.1 minuti, Cameron Payne 15.3, Landry Shamet con 12.8 e Jericho Sims con 11.8. Per alcuni di loro il tempo a disposizione sul campo è assolutamente in linea con quello di altre riserve in squadre di alta classifica della lega, per altri invece non si può negare che il minutaggio appaia particolarmente ristretto.
È giusto però ricordare che la second unit dei Knicks è stata flagellata dagli infortuni, vedasi proprio McBride, il loro dichiarato sesto uomo, Landry Shamet, appena rientrato, e Mitchell Robinson, ancora ai box.
Ciò su cui bisognerebbe porsi qualche domanda in più è senza dubbio quale tipo di apporto possano dare gli uomini attualmente sotto contratto in uscita dalla panchina. Lo spazio salariale entro cui poter operare per una eventuale trade è sicuramente minimo, tuttavia appare evidente che, fatta eccezione per elementi come McBride, le seconde linee di New York soffrano in fatto di qualità e capacità di produrre punti e gioco.