I Numeri di Trae Young confermano: meritava l’All-Star Game NBA
Non solo talento, ma anche statistiche che dimostrano perché Trae Young avrebbe dovuto far parte della lista dei convocati per l’All-Star Game NBA

Trae Young, insieme a giocatori del calibro di LaMelo Ball, Domantas Sabonis, Kyrie Irving, Devin Booker e molti altri, è stato escluso dalla lista dei convocati per l’All-Star Game NBA, in programma a San Francisco dal 14 al 16 febbraio.
Trae Young è stato tra i primi a lamentarsi – giustamente – per la mancata convocazione all’All-Star Game, e i numeri sembrano dare parecchie ragioni al giocatore. Nonostante la sua frustrazione, le statistiche confermano il suo impatto sul gioco. Sebbene la sua media punti sia la più bassa in carriera (23), se si esclude quella del suo anno da rookie (19.1), va sottolineato che questo calo è legato anche al minor numero di conclusioni tentate per partita (17.4, rispetto alle 18.7 della passata stagione).
Tuttavia, in termini di assist serviti ai compagni, Trae sta vivendo una delle stagioni più produttive della sua carriera. Con 11.5 assist a partita, il numero 11 degli Hawks ha raggiunto i suoi numeri più alti in sette anni di NBA. Questo evidenzia come il suo gioco si sia evoluto, con un maggiore focus sulla distribuzione della palla, e rafforza ulteriormente la sua richiesta di un posto nell’All-Star Game.
Tralasciando le percentuali dal campo, da sempre uno dei principali limiti di Trae, la stella degli Hawks sta probabilmente vivendo la stagione più matura da quando è ad Atlanta. Nonostante il record di 23-28, che vale la nona posizione a Est, il playmaker non era mai stato così coinvolto in campo. Analizziamo alcuni dati:
- Il numero di tocchi per partita è aumentato, passando da 85.5 della scorsa stagione a 92.9 in quella attuale
- In termini di passaggi e assist serviti ai compagni, come già sottolineato, Ice Trae sta vivendo la miglior stagione della sua carriera. Complice la definitiva esplosione di Jalen Johnson – purtroppo fuori per il resto della stagione – i numeri del playmaker sono aumentati, passando da 10.8 assist e 18.2 potenziali a 11.5 assist e 21 potenziali quest’anno
- Anche i passaggi ricevuti (82.2) e quelli effettuati (63.7) sono cresciuti rispetto alla scorsa stagione, quando erano rispettivamente 74.1 e 55.6
- In termini di usage percentage, l’influenza di Young è diminuita rispetto allo scorso anno, passando dal 28.9% al 27.5%
Perché Young è stato escluso dall’ASG?
L’esclusione di Trae Young dall’All-Star Game continua a essere difficile da comprendere. L’unica argomentazione che ha una minima logica potrebbe essere il record di squadra, ma questo è fortemente influenzato dal livello complessivo del roster di coach Quin Snyder.
Se consideriamo i momenti più decisivi di una partita NBA, il clutch time, i numeri sono chiarii: Young è primo per punti realizzati (106) e assist (27), con un plus-minus di +24 e una percentuale da tre del 45.7%. Dati che confermano quanto Trae sia un giocatore determinante nei momenti di massima tensione della gara.
In tutto ciò, complice la clamorosa trade Doncic-Davis, negli ultimi giorni è tornata di attualità anche la precedente operazione che aveva coinvolto proprio lo sloveno e Trae Young. Dopo essere stati – anche in questo caso, giustamente – criticati da molti, gli Hawks, con l’addio di Luka ai Dallas Mavericks, potrebbero essere considerati i vincitori della trade.
Trae Young ha senza dubbio le qualità per meritare un posto all’All-Star Game di quest’anno. La sua mancata convocazione nella scorsa stagione, unita al fatto che non è tra i giocatori più amati della lega, fa pensare che dietro alla sua esclusione ci siano fattori che vanno oltre le sole prestazioni in campo. Il suo valore sul parquet, però, è indiscutibile.
La capacità di coinvolgere il pubblico, di intrattenere con giocate spettacolari e di essere pericoloso da quasi ogni angolo del campo lo conferma come uno dei talenti più entusiasmanti e imprevedibili della NBA.