Dentro la “crisi” di Ja Morant
Nonostante l’ottima stagione dei Memphis Grizzlies, Ja Morant sta attraversando un periodo difficile, tra infortuni e prestazioni deludenti

Ja Morant è stato, per un lungo periodo, il simbolo del futuro della NBA, un giocatore che incantava i tifosi con la sua energia, velocità e carisma. La sua ascesa è stata fulminante, tanto che sembrava destinato a diventare uno dei volti più luminosi della lega.
Tuttavia, il suo percorso è stato bruscamente interrotto da una serie di vicissitudini e da una sospensione che lo hanno costretto a disputare solo nove partite nella scorsa stagione, facendo scivolare la sua figura da quella di promessa indiscussa a quella di un talento in cerca di riscatto.
Il declino del numero 12, come spesso accade in NBA, non si misura solo in termini di prestazioni, ma anche – se non soprattutto – nella narrativa che la lega costruisce attorno a te. Morant era sempre in prima pagina, ogni notte in tendenza su Instagram, con gli occhi di tutti costantemente puntati su di lui. Ma ora, cosa è successo a Ja?
Con il talento che cresce in tutta la lega, i continui problemi fisici (ventiquattro partite saltate quest’anno) e un rendimento inferiore rispetto alle stagioni precedenti, Morant non viene più considerato il giocatore che tutti ammiravano un tempo.
È stato terribile. Avrei dovuto restare fuori, ma sono comunque sceso in campo. Onestamente, ho giocato così per tutta la stagione, ma alla fine è andata come è andata
Ja Morant
Morant sta attraversando una delle stagioni più difficili della sua carriera in NBA. Il prodotto di Murray State, anche a causa di un minutaggio ridotto (29.4 minuti a partita), sta registrando la sua terza peggior media punti in carriera (20.9) e un numero di assist (7.4) superiore solo a quello della sua annata da rookie.
Le percentuali al tiro sono le più basse di sempre, a testimonianza di un periodo di difficoltà. Tuttavia, uno degli aspetti positivi della sua stagione è il dato più alto in carriera riguardante la qualità dei tiri (0.54). Nonostante ciò, persiste il problema delle palle perse, con una media di 3.9 a partita, il valore più alto mai registrato da Morant in NBA.
Se il venticinquenne non sta brillando, lo stesso non si può dire di Memphis. La franchigia del Tennessee ha il quarto miglior record della Western Conference (38-24) e gioca un ottimo basket. La formazione di coach Jenkins può vantare il sesto miglior offensive rating della lega (118), l’undicesimo miglior defensive rating (112.1) e il quarto miglior net rating (5.6). Inoltre, i Grizzlies sono primi per PACE (che misura il numero di possessi giocati in 48 minuti) con un valore di 104.27, il miglior dato della NBA.
Morant, però, ha tutte le potenzialità per ritornare protagonista e incantare i tifosi, a patto che riesca a superare gli ostacoli legati agli infortuni e a mantenere la giusta mentalità. La strada è lunga e tortuosa, ma tutti sperano che la sua carriera non prenda una piega simile a quella di Derrick Rose, evitando un altro talento che non raggiunge mai il suo pieno potenziale.