Shaquille O’Neal contro il NIL: “Fa perdere motivazione agli atleti”
Il NIL (Name, Image, and Likeness) è stato al centro di numerose discussioni negli ultimi giorni. La leggenda dei Lakers ha detto la sua a riguardo

Il mondo NCAA è stato totalmente rivoluzionato dall’introduzione del NIL, che permette agli atleti universitari negli Stati Uniti di guadagnare denaro sfruttando il proprio nome e la propria immagine.
Molti ex atleti si sono dichiarati a favore di questa nuova norma, poiché in questo modo i migliori talenti sono incentivati a scegliere la strada del college rispetto ad altre opzioni, come la G League, scelte principalmente per guadagnare denaro, e a rimanere all’università per più di un anno, come avviene ormai da anni.
Un esempio è Cooper Flagg. La probabile prima scelta del prossimo Draft, come rivelato da lui stesso, è indeciso tra entrare in NBA e rimanere un altro anno a Duke, dove guadagna circa 4.3 milioni di dollari. Questa cifra, insieme al fatto che le squadre in cui potrebbe finire sono tra le peggiori anche a livello di sviluppo del talento, rende Duke una soluzione molto attraente.
Non mancano, però, persone contrarie al NIL. Tra questi, Shaquille O’Neal, nell’ultimo episodio del suo podcast, ha voluto esprimere la sua opinione riguardo a questo argomento.
Penso che sicuramente farà male alle persone, perché per chi non ha niente, quando ottieni qualcosa, togli la pressione. Ma quel qualcosa dovrebbe essere il premio finale, che dovrebbe essere l’NBA. Conosco un tizio, non voglio dire il suo nome, che viene pagato 7 milioni di dollari per giocare per un anno. Tipo, dov’è la motivazione?
Shaquille O’Neal
Il giocatore a cui si riferisce Shaq è quello di AJ Dybantsa, il miglior prospetto per il Draft NBA 2026 che l’anno prossimo giocherà per BYU, college che è stato uno dei più favoriti dall’introduzione del NIL.
I dubbi di Shaq sono legittimi, poiché i soldi potrebbero diventare una distrazione per molti ragazzi, allontanandoli dall’obiettivo finale che un giocatore di college dovrebbe avere: l’NBA. Il rischio che il guadagno immediato prevalga sulla crescita come atleta è concreto, e questo potrebbe influire sulla qualità del percorso sportivo.
Tuttavia, è anche vero che il NIL, nell’era dei social che rendono i giovani atleti delle vere e proprie celebrità, è ormai una necessità. In un contesto dove i guadagni possono arrivare a milioni, è fondamentale che i college e il mondo NCAA offrano un’alternativa valida, anche dal punto di vista economico, per attrarre i talenti migliori e renderli motivati a scegliere questa strada.