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Pelicans, Ingram: “Ai Lakers i fattori esterni mi hanno influenzato”

Ingram racconta i momenti bui di Los Angeles nel podcast del compagno di squadra JJ Redick

Lontano da Los Angeles, il talento di Brandon Ingram è fiorito nel migliore dei modi. New Orleans è il contesto giusto per il Most Improved Player dell’anno passato al contrario di quello losangelino, dove Ingram ha esplicitamente dichiarato di non essersi mai trovato a suo agio.

E’ stato un period molto difficile. Per fortuna il mio personal trainer mi è stato molto vicino e mi ha dato una routine da seguire per riuscire a lavorare. Ho capito che i problemi andavano al di là del basket perché la pressione era tanta ed era dovuta al fatto che spesso gli ex grandi giocatori dicevano che la situazione non poteva continuare in quel modo.

Nel podcast di JJ Redick, il JJ Redick Podcast, Ingram ha spiegato perché a Los Angeles non sia mai riuscito a trovare il modo per esprimere al meglio il proprio talento.

Gli elementi esterni mi hanno del tutto sopraffatto, c’erano costantemente telecamere attorno a noi e non riuscivo più a riconoscermi dopo aver passato una stagione intera a sbraitare contro coach e compagni. Non sono un tipo egoista, ma non ero più io. Ogni giorno ci si alzava con la paura di essere scambiati, sembrava che nessuno fosse in grado di giocare più

Lo scambio che ha portato Ingram, Josh Hart e Lonzo Ball a New Orleans e Anthony Davis a Los Angeles è stato un win-win per entrambe le franchigie e per i giocatori stessi.

I Los Angeles Lakers e Davis ha raggiunto il titolo, mentre BI adesso è il primo violino di una squadra che necessita il suo talento per riuscire a tornare ai playoff NBA.

Ingram ha cominciato la stagione 2020-21 da dove aveva terminato quella passata. Nelle prime cinque gare, l’ala dei Pelicans ha messo a referto 22.6 punti, 7 rimbalzi e 5.6 assist di media prendendosi l’elezione a giocatore della settimana della Western Conference.

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