Perkins: “Il problema a Philadelphia era Brett Brown”
L’ex-centro di Boston e Oklahoma City ha voluto riesumare le sue parole della scorsa stagione in segno di vittoria concettuale
I Philadelphia 76ers sono stati la rivelazione di questa prima parte di stagione. Dopo lo 0-4 subito al primo turno dei Playoff 2020 contro Boston, la delusione ha portato a una valutazione più attenta del progetto.
In offseason i Sixers si sono mossi sul mercato piazzando tre colpi, risultati fondamentali per la stagione in corso. Hanno inserito due buoni tiratori in squadra, quali Danny Green e soprattutto Seth Curry, per aumentare le spaziature e hanno deciso di cambiare allenatore.
Conseguentemente a una tragica conclusione con i suoi Clippers, coach Rivers è stato assunto per rimpiazzare Brett Brown, in uscita dopo 8 anni sulla panchina della franchigia di Philadelphia. I risultati non hanno tardato ad arrivare e sono stati sorprendenti, anche grazie a un Joel Embiid ritrovato e finalmente in formato MVP.
Oltre alla vittoria della dirigenza che è riuscita a creare un sistema più che credibile, Kendrick Perkins, opinionista ed ex-cestista, ha voluto sottolineare come i suoi pensieri dell’anno scorso non fossero affatto sbagliati, togliendosi più di una soddisfazione.
É sorprendente l’impatto che può avere un allenatore sui giocatori e sull’organizzazione vero?! Ricordatevi di quando, durante la scorsa stagione, continuavo a predicare che il problema a Philadelphia non erano i giocatori ma Brett Brown! Doc Rivers è riuscito a rendere Embiid come un MVP e a far sembrare Ben Simmons il DPOY.
Kendrick Perkins