NBA Draft Preview, 3° posto: Evan Mobley
Il miglior lungo della classe Draft viene dal futuro: difende, può tirare da qualsiasi spot ed è imprendibile. Siamo di fronte al nuovo Anthony Davis?
Il prodotto di USC ha fatto incetta di premi nel suo primo e unico anno al college. Miglior freshman, miglior giocatore e miglior difensore della Pac-12 Conference. Questi riconoscimenti dovrebbero già dare un’idea di che tipo di giocatore stiamo parlando. Il lungo del futuro ha un nome e cognome: Evan Mobley
Destinazione: Cleveland Cavaliers
In una squadra ormai abituata a scegliere al Draft si scommette su quale sia il pezzo del puzzle giusto per dare linfa a chi i play-off sostanzialmente li gioca solo con LeBron James a roster. Negli ultimi anni sono arrivati numerosi giocatori di talento, ma nessuno sembra aver lo spirito adatto per trascinarli fuori dall’oblio
Il rinnovo di The Fro non esclude la presa di Mobley e il front office dei Cavs potrebbe optare per l’ennesima rifondazione lasciando andare Love (via buyout) e scambiando Sexton (a cui non offriranno il supermax) e Allen. Il classe 2001 è il giocatore giusto a cui affidare in mano le speranze di chi ogni anno spera nell’arrivo del nuovo Re
Punti di forza
Evan è il prototipo del lungo moderno, anzi è ciò che pretenderanno le franchigie per valutare un giocatore di questo tipo in futuro. Velocità di piedi fuori dal comune, elegante e coordinato nonostante l’altezza (213 cm). Problema costante quando servito con la palla alta, presenza spinosa per gli avversari a rimbalzo in attacco
Il pitturato è casa sua, lo difende come ne dipendesse il destino della sua squadra. Rimbalzi e stoppate sono il suo pane quotidiano, perfetto nel timing sfruttando a pieno le lunghe leve di cui è disposto (225 cm di apertura alare). Cambia rapidamente in marcatura, passando senza problemi dai lunghi alle guardie
Unico della classe Draft a saper giocare il pick and roll sia da bloccante sia da rollante, sia in attacco sia in difesa. Ha mani morbide al tiro e una meccanica già predisposta per diventare pericoloso anche oltre l’arco. Passatore con senso della posizione ed elevato QI, può trovarsi a suo agio anche affiancato da un altro centro
Punti deboli
Il peso non lo aiuta certamente nella lotta contro big man più dotati fisicamente. Novantotto chili distribuiti lungo quel corpo sono troppo pochi in un contesto NBA, oltre ad una significativa mancanza di massa muscolare. A rimbalzo deve sfruttare al 100% le braccia lunghe e il suo tempismo o il pericolo è quello di venir sempre tagliato fuori
Spesso sembra accontentarsi di quello che madre natura ha voluto fornirgli. Mancano attitudine e fame di volere sempre di più dal suo gioco, finendo così per specchiarsi nel suo riflesso. Quando viene sovrastato fisicamente non trova contromisure e si eclissa dalla partita, nonostante abbia i mezzi per ritornare in gioco
Sa tirare, sa difendere, ma non da garanzie di poter essere né il primo difensore della squadra né il primo attaccante. La mancanza di personalità o forse di sicurezza in se stesso non gli permette di prendere una decisione convinta quando ha la palla in mano. Aspetta che sia un compagno a dare il segnale per essere incisivo
Conclusione
L’approccio con il mondo dei grandi sarà decisivo fin da subito per comprendere il valore a tutto tondo di Evan Mobley. Il nativo di San Diego ha le carte in regola per diventare uno dei migliori di tutta la Lega, non sarebbe da stupirsi se venisse chiamato con la numero 1. Il paragone con Anthony Davis è azzeccato, ma può essere pericoloso
Proiezione costo Dunkest: 10.7 crediti