NBA, un complotto dietro il vaccino? Così crede Kyrie Irving
Secondo i rumors, pare che il giocatore dei Nets creda ad un complotto dietro il vaccino
Mentre la NBA riporta che il 90% dei giocatori è vaccinato, c’è ancora un 10% che probabilmente non si sottoporrà alla somministrazione.
All’interno di questa percentuale di atleti c’è anche Kyrie Irving che si è mostrato scettico nei confronti del vaccino. Secondo Rolling Stone, il play dei Brooklyn Nets avrebbe recentemente cominciato a credere alla teoria di una cospirazione di “società segrete” che tramite il vaccino collegherebbero le afroamericani ad un computer che completerebbe “un piano di Satana”.
Si tratterebbe di una teoria – legata al vaccino e i microchip Moderna – che si sarebbe lentamente diffusa all’interno degli spogliatoi della NBA, secondo giocatori, Hall of Famers e addetti ai lavori.
Sappiamo che un accordo tra NBA e NBPA non ha previsto la vaccinazione obbligatoria per i giocatori, ma ovviamente i 50/60 giocatori che non hanno ancora ricevuto una dose dovranno sottostare a delle limitazioni piuttosto rigide secondo i protocolli anti-covid che verranno stipulati nei prossimi giorni.
In alcune città degli States invece dove il vaccino è stato reso obbligatorio dalle leggi statali per prendere parte alle attività sociali, e parliamo di città come New York e San Francisco, anche le franchigie NBA – in questo caso Knicks, Brooklyn e Warriors – si sono dovute adattare.
Ciò significa che Kyrie, in quanto giocatore di Brooklyn, potrebbe causare dei problemi non indifferenti ai Nets per le partite casalinghe se non dovesse vaccinarsi all’inizio o nel corso della stagione. Esemplare in questo senso Andrew Wiggins, ala dei Warriors, che al momento non ha intenzione di vaccinarsi e di conseguenza non potrà scendere in campo coi compagni nei match al Chase Center di San Francisco.
La franchigia e il giocatore hanno chiesto un’esenzione per motivi religiosi – come concesso da protocollo – alla NBA, ma è stata rifiutata con una risposta chiara: “Wiggins non potrà giocare le partite casalinghe dei Warriors finché non soddisferà i requisiti di vaccinazione della città di San Francisco”.