Nuggets, tre punti da tenere d’occhio nella stagione 2021/22

Andiamo ad analizzare 3 punti chiave della stagione dei Denver Nuggets in attesa del ritorno di Murray

Nikola Jokic insieme a coach Mike Malone

L’infortunio al crociato anteriore di Jamal Murray nella seconda settimana di Aprile è stato un vero pugno allo stomaco in una stagione, quella passata, piena di gravissimi infortuni. Con l’aggiunta a roster di Aaron Gordon e con un Nikola Jokic sulla strada per un titolo di MVP travolgente, i Nuggets erano una legittima minaccia per il titolo.

Riuscendo nonostante tutto a vincere la serie al primo turno contro i Blazers, un risultato encomiabile con un backcourt composto da Austin Rivers e Facundo Campazzo, sono rimasti a chiedersi cosa sarebbero potuti essere dopo essere stati spazzati via al secondo turno dai Phoenix Suns.

L’ infortunio di Jamal Murray è stato doppiamente dannoso, in quanto la squadra rischia di non averlo anche per grandissima parte di questa RS, rischiando seriamente di poterlo riavere soltanto ai playoff. Jokic è incredibile, ma dovrà di nuovo giocare 70 o 75 partite per portare la squadra ai playoff in una Western Conference spietatissima, saranno i suoi compagni a dover fare il definitivo salto di qualità. Andiamo quindi ad analizzare 3 aspetti chiave della prossima stagione dei Denver Nuggets.

Michael Porter Jr.

Con Murray fuori, Porter Jr, che questa estate ha firmato una estensione che potrebbe arrivargli a valere 207 milioni di dollari, è pronto allo step successivo di quella che sembra la carriera di una futura superstar. Porter è un tiratore di classe e purezza assoluta e dall’alto dei suoi 2.08m è difficilmente contestabile. Ha segnato 19 punti di media la passata stagione, ma 22-23 dovrebbero essere tranquillamente alla sua portata. Ha tirato con un sorprendente 45% da 3 punti ed i suoi 133,2 punti su 100 tentativi dimostrano come sia nella elite degli attaccanti di questa Lega.

Lo abbiamo visto dominare anche le gare di playoff, anche se l’attenzione delle difese si sta spostando molto su di lui. In questa stagione una grande domanda è se Porter possa migliorare come creatore con la palla in mano. Non è particolarmente fluido con la palla tra le mani, rigido sarebbe il termine appropriato, ma la sua lunghezza gli consente di tirare sopra la testa di chiunque nonostante lo spazio minimo creato. Se riesce a migliorare come giocatore di pick and roll e negli hand-off con Jokic, continuare il suo miglioramento come realizzatore al ferro e a migliorare le percentuali ai liberi, solamente il cielo diventerà il suo limite.

In difesa è migliorato anche se la sua rigidità lo penalizza, avendo difficoltà nei cambi di direzione, ma la lunghezza c’è e se si limita a eliminare i vuoti mentali, può far bene. Questa stagione potrà definitivamente consacrarlo ad un livello da All-Star.

Il ruolo cruciale di Aaron Gordon

Quando i Nuggets hanno preso Aaron Gordon (il quale ha firmato una estensione questa estate di quattro anni a 92 milioni di dollari), l’idea era che fosse un difensore atletico e versatile e che riempisse alcune lacune in attacco (un cutter, un atleta di transizione, un tiro in sospensione qua e là). Ma adesso che Murray è out, Gordon deve farsi avanti come terzo violino di questa squadra, (soprattutto se Will Barton non sarà in grado di farlo) mentre Denver lotta per rimanere ai piani alti in una spietatissima Western Conference. Magari provare ad alzare il volume di tiri dall’arco, anche se Gordon ha tirato solamente con un pessimo 26% da 3 in oltre 25 partite con la canotta dei Nuggets e non è nemmeno mai stato un tiratore da mid-range.

Siccome le gerarchie fino al ritorno di Murray sono cambiate, Gordon deve percorrere la linea sottile tra collante del gioco e il ragazzo cui rivolgersi alle estremità offensive.

La difesa

La scorsa stagione Denver si è classificata 11° in difesa, concedendo 112,5 punti per 100 possessi, il che non è male, una percentuale più o meno simile a quella dei Milwaukee Bucks. Esiste però una differenza sostanziale tra le difese di queste due squadre. Mentre i Bucks hanno difensori di elite che possono attivarsi quando necessario (vedi i Middleton, Giannis e Holiday), i Nuggets non hanno difensori di questo calibro e sono molto vulnerabili soprattutto durante le partite di playoff.

Jokic si è migliorato, ma non può difendere sul perimetro per tutta la partita e può essere sfruttato nei pick and roll, come fatto magistralmente da Chris Paul nel secondo turno della passata stagione, annientando completamento Jokic. E chi metterà pressione sulla palla? Mentre un giocatore come Holiday può, e lo ha fatto, oscillare una serie grazie alla sua difesa on-ball, a Denver questo tipo di difensore manca. Gordon in teoria può vagare e fare da tappabuchi, ma non è lontanamente paragonabile a Giannis in quella veste.

E’ difficile da immaginare come Malone possa dare una identità difensiva a questa squadra, a meno che Porter Jr. e Jokic non siano in grado di fare miglioramenti molto più grandi di quelli che tutti ci aspettiamo da loro.

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