Nets, Harden commenta la nuova regola sui falli cercati

Con soltanto 9 tiri liberi tentati, secondo Steve Nash e lo stesso Harden, la guardia dei Nets potrebbe essere vittima di pregiudizi arbitrali

James Harden si lamenta con l'arbitro

Prendersi il contatto e subire fallo dall’avversario è da sempre una delle specialità di James Harden e, infatti, fino alla passata stagione, ha utilizzato questa capacità a suo vantaggio.

A fine estate però, la NBA ha cambiato il regolamento: la nuova regola anti-fouls hunting punisce di fatto tutte le non-basketball moves, ovvero quei movimenti finalizzati esclusivamente a subire fallo.

In seguito all’implemento di queste misure, molti erano dubbiosi riguardo l’esecuzione di Harden e la possibilità che non riuscisse più a performare allo stesso livello.

Potrei essere più in difficoltà, ma non sono il tipo che si lamenta delle regole. Mi sembra di giocare partite che sono predeterminate o in cui io debba necessariamente avere lo stigma del giocatore a cui vengono sempre fischiati falli a favore. Chiedo semplicemente agli arbitri di fischiare quanto vedono

James Harden

Dopo sole tre partite disputate, coach Steve Nash teme che James possa essere vittima di pregiudizi ingiustificati da parte degli arbitri – soltanto 9 tiri liberi tentati – i quali sono ben consapevoli della sua tendenza a cercare il contatto.

Attualmente The Beard sta viaggiando a una media di 20 punti a partita – in carriera ha una media di 25.1 punti a partita – Secondo lui però, si tratta soltanto di riacquisire fiducia:

Sono ancora esitante, si vede. L’anno scorso ho dovuto affrontare diversi “ups and downs” e dal training camp sto cercando di capire se le mie condizioni fisiche sono buone. Sto cercando di riacquisire fiducia nei miei mezzi. Siamo solo all’inizio della stagione, la fiducia verrà da sé, partita dopo partita. Non sono preoccupato

James Harden

Con 2 sconfitte e 1 sola vittoria, i Nets non hanno sicuramente iniziato la stagione come ci si aspettava.

Indipendentemente dal cambio del regolamento, l’assenza di Kyrie Irving significa solo una cosa: se vogliono vincere, James Harden e Kevin Durant dovranno rimboccarsi le maniche.

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