NBA, Harden tra le “vittime” delle nuove regole

Il giocatore dei Nets, con le nuove regole sui contatti, ha visto crollare i falli su tiro a suo favore

James Harden guarda in alto

In agosto la NBA ha implementato nuove regole per risolvere i cosiddetti “non-basketball movements”, risoluzione che i fan chiedevano da ormai molto tempo.

Per spiegare cosa si intendesse con non-basketball movements, la lega ha, con un tweet, allegato vari video aventi come più grande protagonista la superstar in forza a New York, sponda Brooklyn, James Harden. Il Barba è stato infatti, negli anni passati, uno dei giocatori che ha tratto più beneficio dal “foul-baiting” che può essere ridotto ad allacciare il difensore nel momento del tiro così che è costretto a toccarti, oppure fermarsi una volta superato il proprio difensore e farsi tamponare, arte che ha come maggior esperto Trae Young.

Grazie alla sua stazza fisica e ancor di più al suo incredibile controllo sul suo corpo, James Harden ha una media, sulla carriera, di 8,7 tiri liberi tentati a partita con picchi di 11.8 nella stagione 2019-2020, ultima passata interamente in Texas. Nonostante siano solo tre le partite stagionali finora disputate, è molto evidente la differenza nella valutazione di queste situazioni da parte degli arbitri.

Infatti, numeri alla mano, la guardia ex Houston Rockets sta ricevendo una media di soli 3,0 tiri liberi a partita, la più bassa dall’inizio della sua carriera cestistica. Nella sconfitta di domenica contro Charlotte, alla superstar è stato concesso un solo tentativo dalla lunetta. Ovviamente rimane una delle guardie più forti della NBA ma sembra che ci vorrà ancora un po’ di tempo perché si abitui alla nuova regola, che sta quindi funzionando.

Harden ha solo bisogno di “disintossicarsi” dalla ricerca dei falli che hanno fatto parte della fortuna dell’ex MVP del 2018 e affidarsi all’immenso talento che lo hanno reso, insieme al compagno di squadra Kevin Durant, uno dei migliori realizzatori della lega.

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