Dunkest, Meet and Greet con Danilo Gallinari
Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Danilo Gallinari parlando di basket NBA e ItalBasket ma non solo
Grazie ad Intesa San Paolo, partner ufficiale della National Basketball Association, siamo riusciti a porre qualche domanda all’unico giocatore italiano rimasto nella lega più famosa del mondo, ripercorrendo la carriera dalla prima schiacciata in giovane età fino alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e l’inizio di stagione con gli Atlanta Hawks.
Ci sono tanti ragazzi su cui puntare tanti anni. Ce ne sono 2 o 3 molto forti che ho visto giocare, ce ne sono molti talentuosi, certo è che per l’allenatore non sarà semplice scegliere tra loro.
Danilo Gallinari
Tra questi, il “Gallo” ha già avuto modo di testare l’evidente caratura, nonostante la giovanissima età, di due dei talenti più cristallini della nostra nazionale agli ultimi Giochi Olimpici come Alessandro Pajola e Nico Mannion, che infatti, pare siano nei mirini di molti scout NBA.
Giovani talenti, orizzonti promettenti. Come è stato anche per lo stesso Danilo Gallinari che agli Atlanta Hawks ha la responsabilità adesso di fare da “chioccia” a molti dei suoi giovani compagni.
La squadra di Nate McMillan vanta un gruppo equilibrato tra giovani promesse e giocatori ormai navigati nel panorama cestistico statunitense che Danilo ha conosciuto nel 2008 successivamente all’ingresso al draft (scelto alla posizione numero 6, appena sotto Westbrook e Love) nel contesto dei New York Knicks, all’epoca piuttosto simile a quello attuale di Atlanta.
Quell’anno la squadra aveva molti veterani come Jamal Crawford, Malik Rose, Larry Hughes e c’era anche Stephon Marbury che parlava solo con me
Danilo Gallinari
Giunto alla 14esima stagione oltreoceano, Gallinari è al secondo anno con la squadra che ha aiutato a raggiungere le Finali della Eastern Conference non più di 4 mesi fa.
L’ultima avventura di una carriera costellata di fortune e sfortune – come gli infortuni al crociato da cui si è ripreso però nel migliori dei modi -, qualche delusione come “la sconfitta alla qualificazione per le Olimpiadi di Rio nel 2016 in Italia” – che valorizza l’attaccamento alla maglia Azzurra – e soddisfazioni, tra cui i 47 punti segnati con la maglia dei Nuggets [career high, 10/4/2015, ndr] e l’ECF – l’ultima in ordine cronologico – che speriamo possa essere il punto di partenza per un’altra entusiasmante stagione in cui gli Hawks e Gallinari possono puntare davvero in alto.