NBA, i cinque flop della stagione
False partenze, troppi errori, qualche delusione qua e là, gli ingredienti perfetti per costruire un flop. Ecco la Flop 5 di questa prima parte di stagione
Se l’NBA chiudesse oggi la stagione ci sarebbero parecchie sorprese e non necessariamente positive. Tante squadre di alto profilo stanno infatti patendo un inizio di stagione difficile dovuto anche a partenze stentate delle loro stelle. Dopo aver visto le sorprese, ecco le cinque star che stanno avendo maggiori problemi: spoiler alert, c’è un’eccezione in mezzo.
Jayson Tatum
Il prodotto di Duke era chiamato ad un ulteriore salto di qualità dopo la scorsa stagione ma fino ad ora gli esiti sono tutt’altro che incoraggianti. I Celtics viaggiano maluccio rispetto alle aspettative, Tatum sembra ben lontano dalla migliore condizione e a testimonianza della cosa ci sono sia i risultati che le medie, tra le più basse in carriera: le percentuali sono al minimo storico (38% dal campo, 32% da tre, 75% ai liberi) e sono aumentate le palle perse e i falli. Eccesso di nervosismo per la troppa pressione? Forse, ma visto il talento JT ha tutte le carte in regola per ribaltare il trend.
De’Aaron Fox
Quello che dovrebbe essere il volto dei nuovi Kings al momento sta deludendo parecchio. Dopo una partenza lampo Sacramento ha perso quattro partite di fila, non necessariamente contro avversari blasonati, e parte della colpa è sicuramente imputabile a Fox: la media punti è la più bassa degli ultimi tre anni, complice anche un inizio in stato di grazia di Harrison Barnes, ma in generale il contributo di Swipa è insufficiente al momento e lontano da quello visto nelle passate stagioni. Il prodotto di Kentucky però non è nuovo a partenze in sordina e non è detto che mantenga questo alone di mediocrità per il resto dell’anno, anzi è molto facile che vedremo presto il vero Fox in azione.
Michael Porter Jr
Pare che a tirare la carretta dei Nuggets siano rimasti i soli Jokic e Barton perché quello che doveva essere il giocatore della svolta al momento non si sta rivelando tale: i 19 punti medi dello scorso anno sono diventati 9, il 54% dal campo è diventato un 35% e adesso, dopo l’ennesimo infortunio, sono tornati anche i dubbi sul suo fisico di cristallo. Denver viene comunque da quattro vittorie consecutive e anche l’anno scorso è riuscita a tenersi a galla senza Jamal Murray ma può diventare un grosso problema pensare a progetti a lungo termine con Michael Porter Jr sotto contratto al massimo salariale per altri cinque anni in queste condizioni.
I Lakers
Sorpresa! Non è un giocatore ovviamente ma diciamocelo, chi si sarebbe aspettato un flop così? Certo, è un team completamente diverso rispetto allo scorso anno, eccezion fatta per LBJ e Davis, ma di sicuro le aspettative erano molto più alte di un 7-6 arrivati a questo punto. Oltretutto le sconfitte sono arrivate contro squadre tutt’altro che imbattibili (due volte contro OKC, Minnesota…) e questo non fa ben sperare in vista dei Playoff. La squadra non è giovane e non può permettersi di aspettare qualche anno per vedere la realizzazione del progetto perciò urge prendere provvedimenti immediati per raddrizzare la rotta.
Damian Lillard
It’s Dame Time? Mica tanto. I Blazers al momento fanno più affidamento su McCollum e Nurkic che su di lui e purtroppo non potrebbe essere altrimenti. Lillard infatti sta tirando malissimo con percentuali vertiginosamente basse per uno come lui: 38% dal campo e 26% dall’arco, con 33 triple segnate su 123 tirate. Numeri da far rabbrividire i tifosi e coach Billups. Dame ha più volte detto che la sua carriera finirà a Portland ma che questa inefficienza sia un segnale troppo forte per essere ignorato comincia a diventare piuttosto evidente.