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NBA, Ja Morant: prossima fermata All Star

È il suo anno e lo sta dimostrando: Ja Morant è una delle guardie più elettrizzanti della NBA e adesso vuole prendersi l’All Star Game

Qual è il limite di Ja Morant? Se lo stanno chiedendo in tanti quest’anno e nessuno sembra aver trovato ancora una risposta. Kevin Durant, uno che qualcosina nella NBA ha combinato, ha detto “Non vedo l’ora di vedere cosa gli riserverà il futuro”. Un attestato di stima non da poco da un campione assoluto della palla a spicchi, un attestato che sa tanto di investitura: Morant è pronto a diventare un All Star a tutti gli effetti.

L’anno da rookie

Viene scelto come secondo nel Draft 2019, dietro quello che in tanti considerano la prossima frontiera del basket, Zion Williamson. Un giocatore tanto dominante quanto polarizzante da essere invocato come il nuovo LeBron James ancor prima di mettere piede su un campo da basket professionistico. Cosa che avverrà il 22 gennaio 2020, dopo aver saltato le prime quarantaquattro partite di stagione regolare.

L’accanimento mediatico su Williamson sgrava le spalle di Ja dalla pressione e lo aiuta a prendere subito le redini di una squadra giovane, in costruzione. I Grizzlies vengono da tre stagioni disastrose. L’era del Grit and Grind è finita: Gasol ha appena vinto il titolo a Toronto, Conley è a Utah, Tony Allen sta per ritirarsi, Zach Randolph lo ha appena fatto con la maglia dei Kings.

Memphis però non è rimasta a guardare, con pazienza ha posto le basi per un progetto a lungo termine partendo dal Draft: Dillon Brooks nel 2017, Jaren Jackson Jr nel 2018 e alla fine lo stesso Morant. Le mosse si rivelano azzeccate, i Grizzlies sfiorano i Playoff mancandoli di un soffio ma mostrando a tutti grandi qualità. Il nuovo allenatore, Taylor Jenkins, alla sua prima volta su una panchina come capo allenatore, capisce subito che per fare il passo definitivo bisogna dare le chiavi alla stella di Murray State.

17.8 punti, 3.9 rimbalzi, 7.3 assist: sono queste le medie che aiutano Morant a prendere in mano Memphis e il premio di Rookie of The Year. Il suo nome ormai è sulla rampa di lancio. Tutti aspettano il prossimo passo.

“Assomiglia proprio a….”

Esplosivo, spettacolare, giocate di grande qualità e elevate capacità da scorer ancora in fase di crescita. Questo è il bagaglio che si porta dietro Morant dal suo primo anno e molti addetti ai lavori cominciano a vedere in lui qualcosa di familiare. Zion è associato a LeBron per l’hype che si è portato dietro da Duke, ma il fisico e lo stile lo mettono in una classe differente, seppur sempre di alto livello. A Ja viene associato un altro tipo di giocatore, nientemeno che Allen Iverson.

Paragone che viene confermato dallo stesso AI, non troppo tempo fa:

Un piccolo inciso: Morant è sicuro di sé, ha fiducia nei suoi mezzi e diciamocelo, è forte. Davvero forte. Iverson è entrato nella lega sfondando la porta: non è mai sceso sotto i 22 punti di media per 14 stagioni consecutive, ha vinto il Rookie of The Year e un titolo di MVP al quinto anno. È un’icona e un Hall of Famer, e non potrebbe essere altrimenti. Ma è sempre stato un individualista, una macchina da canestro che ha imparato nel tempo a giocare con e per gli altri, senza mai darsi troppo da fare per compiacere i coach in allenamento. “We’re talking about practice” ce lo ricordiamo tutti.

Morant non è ancora uno scorer puro, gli manca poco per esserlo ma non è ancora a quel livello. Però lavora duro, ha carattere, ha voglia di migliorare, di arrivare sempre più in alto.

Migliora le statistiche, si prende più tiri, più responsabilità e porta la squadra ai Playoff eliminando prima gli Spurs e poi gli Warriors nella nuova formula dei Play-In. 20-6-6 contro San Antonio, 35-6-6 contro Golden State. Non ha ceduto alla pressione e ha regalato a sé stesso e ai Grizzlies il palcoscenico più importante su cui brillare. Primo turno contro gli Utah Jazz, la migliore squadra del campionato. Cosa chiedere di meglio?

Record… e poi?

Memphis sciocca l’NBA e vince Gara 1. In Gara 2 Morant sfiora un record che dura dal 1949 e apparteneva a George Mikan, pietra angolare dei Lakers quando ancora erano a Minneapolis. 73 punti nelle prime due partite di Playoff. Diventa però il più giovane a farlo. Segna 47 punti, anche qui battendo il precedente record di LBJ di 45 prima dei 22 anni. Batte di 7 punti il record di franchigia di Mike Conley, che il caso vuole come suo avversario in quella serie.

Ja Morant in maglia Grizzlies
Ja Morant in maglia Grizzlies

I Grizzlies però perdono Gara 2 e le successive tre partite, terminando così la prima comparsata ai Playoff della loro point guard. Chiude con 30.2 punti, 8.2 assist e 4.8 rimbalzi, 48% dal campo. Un esordio non da poco e anche qui tutti aspettano il prossimo passo.

Il prossimo passo è oggi, stagione 2021-22. Morant viaggia a 25.1 punti, 5.7 rimbalzi, 6.7 assist, tirando col 48% dal campo e il 40% da tre, massimo in carriera al momento. È diventato più scorer: 6 punti medi in più dei 19 precedenti. Prende ancora più tiri, ancora più responsabilità, non dimenticando i compagni e lo stile di gioco che li ha portati ad essere, attualmente, la quarta forza nella Western Conference.

Legittimamente, ci aspettiamo tutti di vederlo nella lista dei convocati alla Gara delle Stelle il 20 di febbraio, se non addirittura tra i titolari. Memphis è di nuovo sulla mappa e il motivo principale è lui. Si sta prendendo la lega centimetro dopo centimetro, prestazione dopo prestazione. Passo dopo passo. E come Kevin Durant, anche noi non vediamo l’ora di sapere cosa gli riserverà il futuro.

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